Recensioni e Commenti sul mio ultimo libro – E Interviste

novembre 21, 2021

QUI DI SEGUITO – dopo una mia breva Presentazione di questo mio ultimo libro L’Unione Europea Origini Presente Prospettive future Edizioni SIMPLE 2021 –  commenti e recensioni  di professori, giornalisti, esperti, dirigenti sindacali, ecc.   Il volume e’ acquistabile dall’editore(SIMPLE) e sui principali bookshop on line, e in alcune librerie fisiche quali -a Roma- la Libreria Minerva a Piazza Fiume e la Libreria Mondadori in via Piave. Per ulteriori aggiornamenti, Rinvio ai miei articoli in Agenda Geopolitica, rivista pubblicata dalla Fondazione Ducci. Leggi il seguito di questo post »

9 maggio (2024): Festa dell’Europa in Italia

Maggio 10, 2024

Nel 2024, la festa dell’Europa e’vicina alle prossime elezioni politicheeuropee in giugno. Spero che il tasso di astensioni sia bassissimo e che tutti esercitino il loro diritto di voto e di scelta. Sovranismi e nazionalismi sono miopi. Serve invece uno scatto in avanti per un’Unione europea piu’ forte: per la salvaguardia dei nostri valori e competivita’, per la pace e un mondo migliore. Il 9 maggio l’Italia si e’illuminata del colore dell’Europa . E la festa in Piazza Campidoglio e’stato un gran bello evento le cui foto sono visibili nei link che seguono.

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WORLD PRESS PHOTO 2024: al Palazzo Esposizioni (Roma, 9 maggio- 9 giugno 2024)

Maggio 9, 2024

Attraverso un programma di mostre, la World Press Photo Foundation racconta il mondo, a milioni di persone, attraverso foto di fotografi professionisti, creativi e coraggiosi, di cui – in questi ultimi anni caratterizzati da guerre e conflitti – molti sono morti sul campo. La mostra World Press Photo 2024promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e dall’Azienda Speciale Palaexpo e ideata dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam – è state organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography. 

In anteprima nazionale, presenta le foto vincitrici del prestigioso contest di fotogiornalismo che dal 1955 premia ogni anno i migliori fotografi professionisti. contribuendo a costruire la storia del giornalismo visivo mondiale. Questi i temi dominanti del 2024: gli effetti devastanti (ritratti con estrema compostezza) di guerre (conflitti) e dei cambiamenti climatici, attraverso la sopravvivenza di farfalle la resistenza di madre natura, la situazione drammatica di migranti, la demenza in paesi che non prevedono cure per questa patologia ecc.

  • A vincere il World Press Photo of the year è stato il palestinese Mohammed Salemcon la foto Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote.
  • Il premio World Press Photo Story of the Year è stato assegnato alla fotografa Lee-Ann Olwage di Geo per il progetto Valim-babena ambientato in Madagascar. Gli scatti documentano la vita di Paul Rakotozandriny, “Dada Paul” (91 anni) che convive con la demenza da 11 anni ed è assistito da sua figlia Fara Rafaraniriana (41 anni).
  • Il venezuelano Alejandro Cegarra, The New York Times/Bloomberg, si è aggiudicato il premio World Press Photo Long-Term Project con il lavoro I due muri che rievoca la terribile situazione dei migranti ai confini del Messico.
  • Il World Press Photo Open Format Awardè andato a Julia Kochetova  fotografa ucraina che ha realizzato un sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile documentaristico di un diario personale per mostrare al mondo l’esperienza di vivere con la guerra come realtà quotidiana.

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EXPODEMIC al Palazzo delle esposizioni (Roma 7 maggio -25 giugno 2025)

Maggio 6, 2024

EXPODEMIC (7 maggi0 2024 – 25 agosto 2024): la mostra “EXPODEMIC. Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma” – curata da Lorenzo Benedetti con la collaborazione di Francesca Campanaè un progetto espositivo condiviso e diffuso che, a partire dal Palazzo Esposizioni di Roma si dirama nel tessuto urbano della città.

Il suo filo conduttore è il racconto inedito del legame che intercorre tra la nascita e lo sviluppo delle moderne esposizioni e la storia delle accademie. Il suo fulcro sarà il Palazzo Esposizioni con la mostra di 18 artisti ospitati negli istituti culturali stranieri presenti a Roma ( tra loro Kamrooz Aram, Ane Rodriguez Armendariz, Séverine Ballon, Jacopo Belloni, Alix Boillot, Susanne Brorson, Fatma Bucak, Pedro Luis Cembranos, Zachary Fabri, Hamedine Kane, Kapwani Kiwanga, Bjørn Melhus, Marko Nikodijevic, Tura Oliveira, Estefania Puerta Grisales, Chloé Quenum, Marie Robert, Sarina Scheidegger ).

Il Festival (promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo) è organizzato dall’Azienda Speciale Palaexpo con la collaborazione di 21 istituzioni culturali internazionali che – per tutta la durata della manifestazione – proporranno nelle loro sedi mostre, incontri, eventi e dibattiti. 

Jenůfa firmata Claus Guth all’Opera di Roma (2 -9 maggio 2024)

aprile 30, 2024

Capolavoro del realismo musicale di primo Novecento, Jenůfa (scritta tra il 1894 e il 1903 – l’opera teatrale più nota del compositore ceco Leoš Janáčekù – arriva al teatro dell’opera di Roma nella messa in scena del pluripremiato regista Claus Guth, che ha optato per un allestimento simbolico (altissime mura di legno che delimitano la scena e il rumore  costante della ruota di un mulino).  “Jenůfa – sttolinea Guth – è la storia di una donna che lotta per un mondo più libero “. Il rumore della ruota del mulino non cambia mai.  “La società – aggiunge Guth –  è questa macchina rituale che ripete i suoi movimenti all’infinito e che distrugge tutto ciò che incontra. L’opera mostra come un’enorme pressione sociale verso il conformismo possa portare alla completa caduta di un outsider, di qualcuno che sta fuori dalla norma”.  

In effetti – l’opera ritrae una vicenda in cui si intrecciano onore, amore e violenza, e in cui i destini di una giovane e della sua matrigna sono destinati a ripetersi (come in una maledizione).   La sua trama ruota su Jenůfa – figlia adottiva di Kostelnička, sagrestana della chiesa di un paesino della Slovacchia morava – che, rimasta incinta dell’amante Števa,  viene sfregiata da Laca, innamorato di lei e geloso della sua relazione. Costretta a nascondersi in casa di Kostelnička per la maternità illegittima e rifiutata da Števa per la ferita che ora porta sul volto, viene po.i ingiustamente accusata di infanticidio dopo che Kostelnička, a sua insaputa, uccide il bambino per paura che questo possa impedirle di sposarsi con Laca, pentito e ancora innamorato di lei. Alla scoperta del cadavere, la matrigna confessa il crimine.  Jenůfa – accettando le nozze con Laca – la perdona

Sul podio romano sale il direttore slovacco Juraj Valčuha. Il ruolo di Jenůfa vede impegnata  Cornelia Beskow. Accanto a lei, nel ruolo della sagrestana Kostelnička, la grande Karita Mattila,.  Il tenore Robert Watson è invece Števa Buryja.  Nella parte di Laca Klemeň canta Charles Workman. Il mezzosoprano italiano Manuela Custer è invece la vecchia Buryjovka. Completano il cast Sofia Koberidze (Karolka), David Stout (Il capomastro del mulino), Lukáš Zeman e Anna Viktorova (Il sindaco e sua moglie) e, dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, Ekaterine Buachidze (La pastora), Valentina Gargano (Barena), Mariam Suleiman (Jana).

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Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma – Palazzo delle Esposizioni di Roma (7maggio -25 agosto 2024)

aprile 30, 2024

Dal 7 maggio 2024 – al 25 agosto –  prende il via EXPODEMIC:  Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma, promosso dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’’Azienda Speciale Palaexpo.  Tra gli artisti  ospitati al Palazzo delle esposizioni  – fulcro dell’evento –  si ritrovano: Kamrooz Aram, Ane Rodriguez Armendariz, Séverine Ballon, Jacopo Belloni, Alix Boillot, Susanne Brorson, Fatma Bucak, Pedro Luis Cembranos, Zachary Fabri, Hamedine Kane, Kapwani Kiwanga, Bjørn Melhus, Marko Nikodijevic, Tura Oliveira, Estefania Puerta Grisales, Chloé Quenum, Marie Robert, Sarina Scheidegger.
Per tutta la sua durata,  con la collaborazione di 20 istituzioni culturali internazionali, il Festival proporrà nelle loro sedi mostre, incontri, eventi e dibattiti. 

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A che ci serve l’Europa

aprile 28, 2024

Nel numero di aprile 2024 di Agenda Geopolitica – edita dalla Fondazione Ducci – c’è un mio articolo/recensione su “A che ci serve l’Europa”. Il libro e’ un dialogo di Luca Cambi con Emma Bonino e Pier Virgilio Dastoli. Ha una prefazione di Corrado Augias e una postfazione di Romano Prodi. E – dal Manifesto di Ventotene (1941) ad oggi – è il racconro di 80 anni di lotte e conaziste. Buona lettura a chi decidera’ di farlo. Qui di seguito 2 links che permettono di leggerlo:

La Bohème al Teatro Verdi di Salerno (26-28 aprile 2024)

aprile 23, 2024

Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.

La bohème è un’opera in quattro Quadri, nata da una sfida fra Giacomo Puccini e Ruggero Leoncavallo nello scrivere contemporaneamente due opere con lo stesso nome, tratte dalla stessa fonte d’ispirazione, il romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de bohème.   Il libretto dell’opera di Puccini è stato il frutto di una gestazione laboriosa (per la difficoltà di adattare situazioni e personaggi all’intelaiatura di un’opera) di Illica e Giacosa.  Per completare la partitura Puccini ha impiegato ben tre anni di lavoro.  La sua Bohème fu poi  rappresentata, per la prima volta, al Teatro Regio di Torino il 1º febbraio 1896.

Dopo oltre un secolo, è ancora fra le opere più popolari al mondo.  Ambientata nella Parigi del 1830, l’opera ritrae l’esistenza spensierata di un gruppo di artisti bohémiens; e due amori, l’uno (triste, malinconico e poetico) tra Rodolfo e Mimì, l’altro (caratterizzato dalla frivolezza del personaggio femminile e la gelosia del personaggio maschile) tra Marcello e Musetta. A Puccini interessava la trasfigurazione lirica del dato realistico – la musica che trasfigura la quotidianità in qualcosa di poetico – e il vero cui tendeva era soprattutto la veridicità dei sentimenti.   Non a caso – è stato osservato – nella Bohème “si riconosce un continuo e capillare adeguamento della musica al testo secondo il grande modello del Falstaff verdiano”.

Tuttavia al suo realismo (la spensieratezza dei giovani bohemiens, la nuda messa in scena della malattia di Mimì, l’inserimento nella “pittura sonora” di rumori estranei quali la banda militare nel secondo atto) ecc.) la critica ha reagito in modo diametralmente opposto. Per esempio, tra i contemporanei di Puccini, Hanslick criticò la “rottura sensazionale con le ultime tradizioni romantiche e artistiche dell’opera” e Torrefranca accusò il compositore di non essersi elevato al di sopra della descrizione del quotidiani del testo.  Al contrario, per Camille Bellaigue l’aderenza della musica alla realtà concreta costituiva uno dei dati più pregevoli dell’opera”.

Circa i quattro Quadri – a differenza dei primi due (gioiosi ed allegri) – il terzo e quarto  sono caratterizzati da tristezza, malinconia, e nostalgia.

Il QUADRO I (Nella soffitta), sullo sfondo dei comignoli fumanti di Parigi, ci fa entrare, con charme e realismo, nel clima della bohème. Ci sono Rodolfo (poeta) e Marcello (pittore) – che tentano di scaldarsi davanti a un caminetto –  e Colline (filosofo) e Schaunard (musicista) che arrivano con un cesto di cibarie per aver guadagnato qualche moneta, che ricevono la visita inattesa di Benoît (il padrone di casa) che pretende invano l’affitto.  Poi, mentre il solo Rodolfo è nella soffitta, Mimì, la giovane vicina di casa, bussa alla porta per chiedergli una cortesia. L’estasi raggiunge il suo punto culminante nell’incantevole duetto “O soave fanciulla” continuamente interrotto dai richiami degli amici che chiamano dabbasso. E non manca un primo segnale della malattia di Mimì… Entrambi si recano al caffè Momus.

QUADRO II – Al caffè Momus – Nel secondo quadro è rappresentata una situazione festosa e affollata alla vigilia di Natale, con adulti, venditori ambulanti, bambini, gendarmi, in un angolo il Caffè Momus giunge anche Musetta, una vecchia fiamma di Marcello, insieme al ricco e non più giovane Alcindoro.  È bellissima, civettuola, e disposta a tutto per riconquistare il collerico Marcello. Marcello non può resisterle. Vanno via insieme, lasciando ad Alcindoro il conto da pagare per tutti.  Straordinariamente la musica- estroversa e scorrevole – riesce a illuminare di volta in volta gli svariati personaggi.

QUADRO IIILa Barriera d’Enfer – Musetta e Marcello si separano. Rodolfo e Mimì rinviano l’inevitabile addio all’ormai prossima primavera. Rodolfo ha intuito la malattia di Mimì….

 QUADRO IVDi nuovo in soffitta – Marcello e Rodolfo, oramai separati da Musetta e Mimì, parlano dell’amore, e delle pene che porta con sè. L’atmosfera diventa più giocosa quando sopraggiungono anche Colline e Schaunard. I giochi e le battute, però, servono solo a mascherare la profonda disillusione che i quattro provano realmente.  Musetta avverte di aver visto Mimì sulle scale, sofferente. Fa vendere i suoi orecchini per comprarle delle medicine. E si mette alla ricerca di un manicotto per scaldare le mani di Mimì. Colline decide di contribuire, vendendo il suo amato cappotto.  Nella soffitta del loro primo incontro, Rodolfo e Mimì ricordano con tenerezza i giorni del loro amore. Mimì si spegne, dolcemente, circondata dai suoi amici. Rodolfo l’abbraccia ripetendo straziato il suo nome  In questo ultimo atto, è soprattutto l’orchestra  che  “narra”  un procedere verso la tragedia… Tra le sue melodie più belle vi è quel “Sono andati” intonata da Mimì.  Man mano che Mimì svanisce la musica si fa più rarefatta ed eterea, mentre l’orchestra evoca il motivo della “gelida manina” del primo incontro, in un clima di grande commozione.

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Stagione teatrale 2024-2025 del Teatro Quirino di Roma

aprile 22, 2024

2024-2025: bellissima – ricca e varia – la prossima stagione teatrale del Teatro Quirino a Roma che vede un”alternanza di classici e nuovi autori: da Plauto a Moliere, da Cajkovskij a Neil Simon, da JeanCocteau a Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini, da William Shakespeare a Nino Marino e Nino Manfredi, da Giovanna Gra a WilliamArthur Rose, da Carlo Goldoni a Natalia Ginzburg, da Herman Melville a Davide Sacco e Anton Cechov. Regie – attrici e attori – prestigiosi ed esordienti, e comunque di grande qualita’.

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Intramuros alla Sala Umberto (Roma, 17-28 aprile 2024)

aprile 15, 2024

Riccardo – assistito dalla sua aiuto regista (anche sua ex moglie) e dalla solerte assistente sociale che glielo ha proposto – tiene un seminario di teatro in un carcere.   

Contrariamente alle sue aspettative, si presentano solo due detenuti: Kevin (il cane sciolto) e Angelo, il più anziano (mite e taciturno). Tempi e luoghi si avvicendano, gli attori di volta in volta oltre il loro personaggio principale devono poi recitare i personaggi della vita che ciascuno di loro fa rivivere nel proprio ricordo. Il tutto con una messa in scena che non ha un momento di sospensione.

Il testo è sorprendente perché́ Michalik semina tanti indizi, che sembrano scollati, ma poi, nei momenti giusti, li unisce. Così ci fa avanzare un pò nella trama.

E ci fa capire  che una trama c’è…

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La buona novella al Teatro Quirino (Roma, 16-28 aprile 2024)

aprile 12, 2024

Neri Marcorè torna a confrontarsi con Fabrizio De André in un nuovo spettacolo di teatro canzone che fa rivivere “La Buona Novella” (album pubblicato nel 1970) che dà voce a molti personaggi: Maria, Giuseppe, Tito il ladrone, il coro delle madri, un falegname, il popolo.

“Questo spettacolo – scrive il regista e drammaturgo Giorgio Gallione – è pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di De André con brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato: dal protovangelo di Giacomo al Vangelo dell’Infanzia Armeno a frammenti dello Pseudo-Matteo.   Prosa e musica sono montati in una partitura coerente al percorso tracciato dall’autore nel disco. I brani parlati, come in un racconto arcaico, sottolineano la forza evocativa e il valore delle canzoni originali, svelandone la fonte mitica e letteraria. La valenza “rivoluzionaria” della riscrittura di De André sta nella decisione di un laico di affrontare un tema così anomalo per questi tempi”.