Archive for gennaio 2022

Un tram che si chiama desiderio al Teatro Quirino (Roma) 1-6 febbraio 20228

gennaio 30, 2022

La storia di Tennessee Williams – premio Pulitzer nel ’47 – ha messo per la prima volta l’America allo specchio su tematiche quali omosessualità, sesso, disagio mentale, famiglia come luogo non proprio raccomandabile, maschilismo, femminilità maltrattata, ipocrisia sociale.   Ambientata nella New Orleans degli anni 40, narra la storia di Blanche che dopo che la casa di famiglia è stata pignorata si trasferisce dalla sorella Stella sposata con un uomo rozzo e volgare di origine polacca, Stanley.  Blanche – alcolizzata e vedova di un marito omosessuale – cercherà, fallendo, di ricostruire un rapporto salvifico con Mitch, amico di Stanley. Ma il violento conflitto che si innesca fra lei e Stanley, la porterà alla pazzia, già latente in lei.

La regia dello spettacolo è affidata all’eccezionale Pier Luigi Pizzi co-fondatore della “Compagnia dei giovani”.  Il ruolo di Blanche DuBois è affidato alla bravissima Mariangela D’Abbraccio reduce dai successi di Filumena Marturano per la regia di Liliana Cavani. Kowalski è interpretato da Daniele Pecci, attore affermato. di cinema, teatro e televisione. Bello spettacolo che cattura l’attenzione degli spettatori dall’inizio alla fine. E che – tra l’altro – evidenzia il contrasto (e i suoi nefasti effetti) tra il desiderio di poesia, gentilezza, magia, bellezza,vita ed amore di Blanche e la brutalità della realta’ che la circonda.

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Uno Nessuno Centomila al teatro Quirino (Roma) 25-30 gennaio 2022

gennaio 20, 2022

Il grande Pirandello torna in scena, a Roma, al teatro Quirino, con il suo famoso Uno Nessuno Centomila – dallo scrittore considerato il suo romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita” – summa della sua riflessione sull’Essere e sull’Apparire, sulla Società e l’Individuo, sulla Natura e la Forma.   Fra le pieghe di un apparente “feuilleton” – rileva giustamente il regista Antonello Capodici – Pirandello scopre una vasta rete di disturbi e nevrosi, epitome di un più ampio malessere, che contagia le società moderne come, tutt’oggi, le intendiamo”.

Nello spettacolo – precisa ancora il regista – “la scena è abbacinante Di un bianco perfetto, luminoso, totale. Una scatola bianca. Ma ad una visione più attenta capiremo che le pareti non sono così “innocenti” come sembrano… Siamo in molti luoghi, cioè in nessuno. La mente del Protagonista, certo. Ma anche una cella, una stanza d’ospedale o di manicomio. È un luogo “non-luogo”, che però si riempie subito di visioni”. A Pattavina – spensierato narratore in “flash-back” – furente doppio di sé stesso, viene affiancata una sola attrice, Marianella Bargilli, che interpreta sia la moglie Dida che la “quasi amante” Maria Rosa.

Rimane, infine, la libertà del racconto che con “narrazione /interpretazione/ esposizione, le atmosfere oniriche, le evocazioni, e lo smobilitamento finale del trauma” – sottolinea lo stesso Capodici –  rimanda alle moderne tecniche MDR ” di psicoterapia.

Gran bello spettacolo!

“E non rimase nessuno” alla Sala Umberto (Roma) 25-30 gennaio 2022

gennaio 19, 2022

Otto persone vengono invitate da un certo signor Owen ad un incontro in una piccola isola deserta. Ad accoglierli due domestici assunti per l’occasione. Il padrone di casa non c’è. Durante la cena una misteriosa voce proveniente da un grammofono, accusa tutti di crimini mai perseguiti dalla legge. Tutti si difenderanno. Poi… un susseguirsi di morti e la scomparsa progressiva delle statuine (inizialmente dieci) in bella vista sulla mensola del camino. Quella che rimarrà sarà testimone del segreto di quelle morti e del loro carnefice. Una vecchia filastrocca “E non rimase nessuno” – accompagna il tutto. Questa la trama di questo capolavoro – meglio conosciuto come Dieci piccoli indiani – che la stessa Agatha Christie considerava la più ardua delle sue opere.

La sua prima rappresentazione teatrale al 1943: in quella occasione il suo finale fu cambiato perché ritenuto troppo tragico. Invece – sottolinea la regista – nella sua messa in scena alla Sala Umberto “viene recuperato perché più aderente alle atmosfere di una fiaba noir che si evincono nell’opera letteraria della Christie. La struttura positivistica del giallo classico in cui la figura di un investigatore o di un eroe ripristina l’ordine delle cose portando alla luce la verità, qui viene sostituita da una crudele e ossessiva litania di una filastrocca che detta le regole di un gioco perverso, anticipando il modo in cui i personaggi dovranno far fronte al loro destino”.