Dal 3 marzo al 15 maggio, presso il Margutta Veggy Food & Art (via Margutta 118) ci sarà una bella esposizione “Roma vs New York”, ideata e organizzata da Michele Telari e Tina Vannini, curata da Francesca Barbi Marinetti.
“L’idea della mostra nasce dal desiderio di “avvicinare” queste due città, così diverse ma al contempo così affascinanti – dichiara l’artista Michele Telari – accostando paesaggi e scorci cittadini che possono essere più simili di quanto si pensi. Due città che amo particolarmente: della prima mi ha sempre affascinato lo sviluppo verticale delle sue architetture, la vita frenetica e le infinite opportunità che riesce a offrire; della seconda, avendo studiato all’Accademia di Belle Arti, mi accarezza il cuore quel senso di intimità e di apparente semplicità che provo tra i vicoli poco turistici, che abbracciano storie di arte e artigianato”.
Un motivo spesso ricorrente è la pioggia e il suo fasci,no, i suoi colori e l’enorme energia che si scatena.
“L’illusionismo portato all’estremo da generare meraviglia e ammirazione per l’abilità tecnico-artistica, qui non sono fini a sé stessi – spiega la curatrice Francesca Barbi Marinetti – Le tonalità, tutt’altro che fredde affinano la resa di atmosfere cromatiche, dai contrasti sfuggenti di ombra e luce, e dall’energia vitale del movimento incessante della città. Compendio di un attento studio di molteplici tecniche, lo stile di Telari non disdegna “una matericità pittorica che declina la luminosità di una definizione pulita con l’espressività di un impasto più corposo e visibile mediante stesura e tocchi di spatola”.
“Sono felice di ospitare le opere di Michele Telari – dichiara la titolare de “Il Margutta” Tina Vannini – perché se Roma “possiede” il mio cuore e la mia anima, New York è costantemente, e oniricamente, nella mia testa. Un accostamento unico tra due città così diverse che viene addirittura esaltato dallo stile inconfondibile di Michele, pieno di realismo e atmosfere particolari che creano emozioni contrastanti. Sono certa che i visitatori ameranno le sue opere e percepiranno, in maniera distinta, l’eternità dell’una e la grandezza dell’altra”.