
SILVANA PARUOLO LOCANDINA DEF. PER EVENTO DEL 17 Novembre 2014 –
Uno sguardo dall’esterno all’Unione Europea, per capire cos’è, quando e perché è nata, come funziona, cosa fa, cosa vuole realizzare, quali dibattiti suscita (in un contesto di crisi, e di virulenti populismi anti-Ue) e – soprattutto – come si relaziona rispetto al resto del mondo.
Nei suoi 12 Capitoli, ripercorro la storia dell’Unione e, a partire dal QFP 2014-2020, scatto una foto delle sue politiche: economica, energetica, di lotta ai cambiamenti climatici, estera di sicurezza e di difesa, di allargamento e di vicinato, il negoziato transatlantico su investimenti e commercio (con un rapido sguardo anche al negoziato transpacifico – che coinvolge 12 Paesi senza Cina e Russia – e al progetto di Area di libero scambio Asia Pacifico che coinvolge 22 Paesi ecc.)
Tento anche di fare emergere alcune peculiarità dell’Unione.
Leggendolo, ci si immerge anche nei dibattiti in corso sul futuro dell’Unione europea (oggi messo a dura prova da crisi e nuovi Paesi emergenti); sui risultati delle elezioni politiche europee del 25 maggio 2014; e sulla realtà di un ordine mondiale alla ricerca di un nuovo assetto.
Ho dedicato un capitolo del volume anche ai sindacati, in Europa e nel mondo (Ces e CSI, OIL, Comitato consultivo dell’OCSE, Asia-Europe Meeting-Asem).
Servono innanzitutto investimenti, e non solo austerità. Servirebbe un’UE che si impegni – non solo per stabilità e pace – ma anche per maggiore equità, un benessere diffuso, un progresso Verde sostenibile sociale democratico, e rispettoso dei diritti umani e fondamentali.
E, soprattutto, servirebbe un’UE capace di coinvolgere in tal senso il resto del mondo, anche tramite la creazione – nel quadro del G20 e dell’ONU – di nuove Task force inter-istituzionali focalizzate sugli strumenti necessari per uno sviluppo a livello globale, anche sociale.
Nazionalismi, smantellamento dei diritti (frutto di secoli di lotta), e abbandono dell’euro non offrono una via di uscita dalla crisi. Ma è vero anche che i cittadini europei dovrebbero ritrovare un sentimento di appartenenza a una stessa Comunità e i governi dovrebbero ritrovare la capacità di una visione dell’Unione che si intende costruire.
L’Ue ha risposto male e tardi alla crisi, provocando la più lunga recessione della sua storia. Migliaia di imprese chiuse. Milioni di disoccupati. Ecc. Con la crisi dei debiti sovrani, ci si è reso conto che l’Unione economica e monetaria mancava della gamba economica.
E’ ora di completare il Progetto europeo, piuttosto che di proporre di abbandonare euro e Ue.
Ed è ora di interrogarsi sul suo ruolo in un mondo che cambia. Tra l’altro, siamo circondati da conflitti (che tra l’altro generano flussi migratori insostenibili) e i cambiamenti climatici richiedono debita attenzione e misure all’altezza delle sfide. Per il clima,è dal 2007 (Cop 13 a Bali) che si parla della “road map” per un nuovo Trattato internazionale vincolante (come quello di Kyoto) in materia. L’accordo era atteso a Copenaghen nel 2009 (Cop 15), ma non c’è stato. Dopo Cancun, Durban, Doha, Varsavia (Cop da 16 a 19) e dopo Lima (Cop 20) sarà la volta di Parigi (Cop 21).
La recente intesa storica sul’ambiente tra Pechino e Washington, di certo, è un passo in avanti nel senso giusto, anche se insufficiente.
Silvana Paruolo
SILVANA PARUOLO LOCANDINA DEF. PER EVENTO DEL 17 Novembre 2014 –
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