Archive for the ‘Ue e coesione’ Category

Recensioni e Commenti sul mio ultimo libro – E Interviste

novembre 21, 2021

 

QUI DI SEGUITO – dopo una mia breva Presentazione di questo mio ultimo libro L’Unione Europea Origini Presente Prospettive future Edizioni SIMPLE 2021 –  commenti e recensioni  di professori, giornalisti, esperti, dirigenti sindacali, ecc.   Il volume e’ acquistabile dall’editore(SIMPLE) e sui principali bookshop on line, e in alcune librerie fisiche quali -a Roma- la Libreria Minerva a Piazza Fiume e la Libreria Mondadori in via Piave. (more…)

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INTERVISTE di Silvana Paruolo per il suo nuovo libro L’Europa è il futuro Edizioni SIMPLE 2021

febbraio 18, 2021

Tutte le interviste che seguono sono state da me realizzate tra fine marzo – fine aprile del 2019, cioè durante la campagna elettorale per l’elezione del nuovo Parlamento europeo, ora in carica.

 Interviste di Silvana Paruolo a:

David Sassoli (allora Vice-presidente uscente, ora Presidente del Parlamento europeo)

Antonio Tajani (allora Presidente uscente del Parlamento europeo, ora europarlamentare)

Roberto Gualtieri (allora Europarlamentare, poi Ministro italiano dello sviluppo economico)

Elena Gentile (Europarlamentare uscente)

Prof. Pier Carlo Padoan (ex-ministro dell’economia e delle finanze)

Sandro Gozi (Europarlamentare post-Brexit)

Monica Frassoni (Co-presidente del PEV)

Luca Iacoboni (Greenpeace)

Maria Grazia Midulla (WWW-Italia)

Edoardo Zanchini (Legambiente)

Stefania Valentini (Federpesca)

Franco Andaloro (Stazione zoologica di NA, Anton Dohrn)

Plinio Conte (Osservatorio nazionale della pesca)

 Le ho realizzate pensando di inserirle nel mio nuovo libro.  Ma successivamente – per non rendere questo volume troppo voluminoso – ho deciso di renderle leggibili in questo mio BLOG, dandone il LINK nel mio libro L’Europa è il futuro Edizioni SIMPLE 2021.

Buona Lettura!

UE: PRIMO ANNIVERSARIO DEL PILASTRO EUROPEO DEI DIRITTI SOCIALI

novembre 14, 2018

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Il Pilastro europeo dei diritti sociali, annunciato per la prima volta dal Presidente Juncker nel suo discorso del 2015 sullo stato dell’Unione, è stato presentato dalla Commissione nell’aprile 2017. Successivamente, il 17 novembre 2017, i leader dell’Unione europea hanno solennemente proclamato il pilastro in occasione del vertice sociale per l’occupazione equa e la crescita a Göteborg, Svezia.

Il Pilastro europeo dei diritti sociali esprime 20 principi e diritti fondamentali per assicurare l’equità e il buon funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale UE nell’Europa del 21º secolo.  Primo insieme di diritti sociali proclamato dalle istituzioni dell’UE dopo la Carta dei diritti fondamentali, il Pilastro dovrebbe incoraggiare una “corsa al rialzo”!

Nell’ultimo anno la Commissione ha avviato varie iniziative positive  (che contribuiscono a realizzare in concreto i principi del pilastro) tra cui una proposta finalizzata ad aiutare i genitori e i prestatori di assistenza che lavorano a gestire vita familiare e carriera, aggiornamenti della legislazione dell’UE in materia di salute e sicurezza, una proposta relativa a condizioni di lavoro più prevedibili e trasparenti e una proposta di raccomandazione sull’accesso alla protezione sociale per i lavoratori subordinati e autonomi. Queste proposte integrano precedenti iniziative adottate in campo sociale dalla Commissione Juncker, volte ad esempio a rilanciare la garanzia per i giovani, promuovere l’integrazione nel mercato del lavoro dei disoccupati di lunga durata, garantire la parità di retribuzione per uno stesso lavoro svolto nel medesimo luogo per i lavoratori distaccati e rendere accessibili prodotti e servizi fondamentali alle persone con disabilità.

In occasione delle celebrazioni per il primo anniversario, il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale, Valdis Dombrovskis, e la Commissaria responsabile per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, hanno dichiarato:

” Il pilastro europeo dei diritti sociali è stato concepito per apportare un contributo positivo alla vita quotidiana di tutti gli europei. La Commissione si avvale di tutti gli strumenti a sua disposizione per realizzare in concreto i principi del pilastro. Il semestre europeo è ora più che mai improntato al sociale e il Pilastro è fermamente ancorato nel processo di monitoraggio dei progressi sociali. Tale concetto sarà ribadito in occasione del ciclo del semestre 2019, che verrà avviato la settimana prossima.  La Commissione ha anche varato una serie di proposte legislative finalizzate all’attuazione del pilastro.  Varie proposte sono tuttavia ancora in fase di negoziazione tra il Parlamento europeo e gli Stati membri. Questo è in particolare il caso per quanto riguarda l’Autorità europea del lavoro, la nostra iniziativa sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza, la nuova direttiva relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili e la riforma delle norme sul coordinamento della sicurezza sociale. È inoltre inclusa la proposta che il prossimo bilancio europeo aiuti gli Stati membri ad investire nelle persone. Nel periodo 2021-2027 il solo Fondo sociale europeo Plus riceverà una dotazione di oltre 100 miliardi di €.   Per mantenere fede alla nostra promessa, dobbiamo conseguire rapidi progressi in tutte queste proposte prima delle elezioni europee del maggio 2019.  Di concerto con il Parlamento europeo, gli Stati membri, le parti sociali e la società civile, ci impegniamo a salvaguardare e promuovere, ora e in futuro, i diritti sociali che offrono un migliore sostegno a mercati del lavoro e sistemi di previdenza sociale equi e ben funzionanti”.

Qualcosa è stato fatto.  Ma molto resta da fare per la sua implementazione.  E mi chiedo se – come promesso dagli obbiettivi del Pilastro – nuove proposte (della futura Commissione europea ) riguarderanno in futuro anche i problemi che nascono da salari troppo bassi e da contratti a zero ore.

UE: la Commissione europea presenta le sue proposte per il quadro finanziario 2021-2027

Maggio 3, 2018
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La Commissione europea ha presentato le sue proposte per il bilancio dell’Ue per il periodo 2021-2027: c‘è anche da riempire il buco lasciato aperto da Brexit (15md di euro per anno). Propone  di individuare risorse proprie dell’UE – anche se manca ancora una tassa per i colossi del web – con una tassa sulla plastica (80 centesimi al chilo), una sullo scambio dei certificati per le emissioni di C02 e con una revisione dell’IVA e delle tasse sulle imprese… per portare il bilancio Ue dall’1% del Pil continentale (1.000 miliardi) all’1,11%..  Non c’è nessun cenno a emissione di Titoli UE, per raccogliere – con un piccolo debito pubblico europeo – denari sul mercato, da destinare a investimenti. E la vaghezza sulle eurotasse è notevole.
La Commissione propone un aumento di fondi per ricerca, sviluppo sostenibile (LIFE), Pmi, Erasmus e le nuove priorità sull’immigrazione, sulla sicurezza e sulla difesa.  E ancora – altra novità – propone un Fondo per aiutare le riforme nazionali (25 miliardi) e un Fondo (30 miliardi) per sostenere gli investimenti in caso di crisi; e 15,2 miliardi per promuovere 650 miliardi di investimenti grazie a privati e governi. 
Ma….. purtroppo …  propone anche  un taglio (intorno al 7%) delle risorse per la coesione (principale politica per investimenti dell’UE) e per l’agricoltura. Al di là delle sue difficoltà di spesa,  per l’Italia, i fondi destinati alle regioni meno favorite (come il Mezzogiorno) e all’agricoltura – ad oggi – sono le due fonti primarie di finanziamenti UE.

C’è poi il capitolo della condizionalità per i paesi dell’Est (Polonia e Ungheria in particolare) che prevede di legare i fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto: chi non lo farà perderà finanziamenti. La condizionalità legata al rispetto delle regole sui conti e riforme è invece rinviata a un altro documento.   Roma e Berlino chiedevano – guardando a Visegrad – il taglio di risorse per chi non ospita i rifugiati.   Buxelles  ha invece inserito l’integrazione tra i criteri (insieme a Pil e disoccupazione) per stabilire le percentuali di fondi che andranno ai singoli paesi.

Adesso la parola passa agli Stati membri e al Parlamento europeo (PE) che – sulla base della proposta della Commissione – inizieranno i negoziati che porteranno alla formulazione finale del bilancio post – 2020.  La Germania si è già dichiarata disponibile a pagare di più ma vuole “maggiore equità”.  Francia (“gli aiuti diretti agli agricoltori sono essenziali”) e Italia lamentano il taglio per la politica agricola.  Danimarca Svezia Olanda e Austria non vogliono versare più soldi all’UE. I paesi dell’Est sono già sulle barricate perché temono un taglio dei fondi strutturali.  Da parte loro, Roma e Berlino vedono nel bilancio UE ( e la minaccia di tagliare i fondi UE) l’occasione per spingere gli antieuropeisti della Mitteleuropa nera – e i paesi del quartetto di Visegrad (Polonia Repubblica ceca Slovacchia e Ungheria) – ad accettare una maggiore solidarietà sui migranti; e che l’Europa conceda maggiori risorse (a Italia e Grecia) per affrontare l’emergenza migranti.

Il Gruppo S&D (Socialisti & Democratici) del PE ha già annunciato che si batterà , insieme alle regioni ed enti locali, per limitare i tagli e rilanciare una politica di coesione moderna, efficace e per tutte le regioni, e anche per un bilancio adeguato per l’agricoltura del futuro. 

Inoltre resta da vedere se le proposte sul tavolo sono sufficienti – ed adeguate – anche per garantire un’attuazione effettiva del Pilastro europeo dei diritti sociali.  Ed è evidente che per il paese Italia sarebbe cosa utile avere al più presto un governo autorevole ai tavoli del negoziato UE.

Non saranno inutili anche delle precisazioni sul riassetto dell’eurozona, incardinato sul Pacchetto di misure presentate dalla Commissione nel dicembre 2017 (di ben dubbia sintonia con gli interessi italiani). La Direttiva proposta affievolirebbe le sensate deroghe alla severa disciplina sui conti pubblici (v. il Fiscal Compact). E non prevede alcuna regola per scongiurare squilibri – dannosi –  quale il prolungati surplus commerciali nel mercato unico, a vantaggio di alcuni Paesi.

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Ue e coesione: i possibili scenari del post-2020

novembre 25, 2017

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Ue e coesione: quali possibili scenari per il post-2020?

Mi ci soffermo in questo mio articolo pubblicato da Europa in movimento.

http://europainmovimento.eu/europa/unione-europea-e-coesione-quali-possibili-scenari.html2017-11-27 10.14.19