Il Russian Ballet Theatre è un prestigioso corpo di ballo fondato nel 2001 dalla ballerina e maestra Anna Grogol, che dirige tuttora il teatro. A Roma – ultima tappa di una sua lunga tournée europea – mette in scena i migliori spettacoli dei balletti classici russi:
- GISELLE (24-25 aprile 2018) – Il Balletto (di due atti) è considerato il simbolo del balletto classico e romantico.
- LA BELLA ADDORMENTATA (26-27 aprile 2018) è il secondo dei tre balletti di Čajkovskij. Il libretto fu scritto interamente dal principe e sovrintendente dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo Ivan Vsevolozhs. La coreografia venne affidata a Marius Petipa. La prima rappresentazione ebbe luogo il 15 gennaio 1890 presso il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, con successo fu immediato.
- CARMEN – DANZE POLOVETSIANE (28-29 aprile 2018) – Dopo il grande successo della prima versione di Marius Petipa, Carmen ha ispirato coreografi che – affascinati da questa storia – ogni volta offrono la loro interpretazione del testo. Danze Polovetsiane – che si ispira all’opera “Il principe Igor” – grazie alle musiche melodiose, celebra l’importanza della danza anche in campo di battaglia.
GISELLE – La sua messa in scena al Quirino e’ uno spettacolo splendido: elegante, raffinato, fonte di leggerezza, emozioni ed energia. Bravissimi tutti: protagonisti e corpo di ballo. Belli, costumi, colori, coreografie ed effetti speciali.
GISELLE e’ un balletto classico-romantico (nato dall’idea del romanziere francese Théophile Gautier, autore del libretto) musicato da Adolphe-Charles Adam, uno tra i più celebri compositori di musiche per balletto. Il 28 giugno del 1841, all’Opera National de Paris – con Carlotta Grisi nel ruolo di Giselle – il balletto riscosse un successo incredibile, tanto che ancora oggi viene considerato come uno dei più grandi balletti classici mai rappresentati. I nomi delle danzatrici che hanno interpretato questo ruolo sono tra i più famosi.
Théophile Gautier – dopo la lettura del De l’Allemagne di Heinrich Heine – rimase impressionato dalla suggestività dei luoghi descritti e soprattutto della Saga delle “Villi” (dalla radice slava Vila che significa fata). Villi – nella mitologia dei popoli slavi – designano gli spiriti di giovani fanciulle morte infelici perché tradite o abbandonate prima del matrimonio. Vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, ogni notte vagano in cerca dei loro traditori e li costringono, con l’aiuto di rametti di vischio apparentemente magici, a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento o fino a che, totalmente indeboliti, non vengano gettati in un lago nelle loro vicinanze. Alla morte del rispettivo traditore, le Villi si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore.
A differenza di altri balletti romantici, nel corso del tempo Giselle non ha subito significative modifiche per quanto concerne la coreografia. Il merito del successo del balletto nel Novecento è da attribuirsi soprattutto alla produzione dei Balletti russi di Sergej Diaghilev. Sul piano musicale, l’importanza attribuita a questo balletto classico è dovuta soprattutto alla sua originalità rispetto alla musica del tempo. Oggigiorno le produzioni di Giselle sono danzate su musiche considerevolmente lontane dai brani originali di Adam.
Ci sono sette temi principali nel balletto: i mietitori, i cacciatori, le Villi e Hilarion; e il tema della danza e due leitmotiv d’amore. Questa precisa struttura è stata volutamente studiata per favorire la narrazione del balletto.
Il balletto classico si compone in due ATTIi:
– il primo riguarda la vicenda di Giselle che si innamora del principe ma muore di crepacuore quando scopre di essere stata ingannata da luiche culmina nella sua morte
– il secondo atto invece riguarda la leggenda delle Villi e l’amore di Giselle per Albrecht . Giselle è uno spirito e danza con il principe per evitarne la morte secondo il crudele volere delle Villi. E culmina nella volontà di salvargli la vita, anche se egli è stato la principale causa della sua morte.
Eccellenti e gioiosi: gran bello spettacolo la Bella addormentata messa in scena dal Russian dance Theatre al teatro Quirino.
Basato sulla fiaba di Charles Perrault LA BELLA ADDORMENTATA è il secondo, per cronologia di composizione, dei tre balletti di Čajkovskij. Il libretto fu scritto interamente dal principe e sovrintendente dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo Ivan Vsevolozhsky, la coreografia venne affidata a Marius Petipa. La prima rappresentazione – che ebbe luogo il 15 gennaio 1890 a San Pietroburgo – fu un successo immediato.
Nel Primo Atto, alla corte di re Floristano, viene indetta una festa per il battesimo della principessa Aurora. Vengono invitati cavalieri, dame e le fate buone del regno, che portano con loro doni per la principessa. Tra gli invitati però manca la fata Carabosse che per vendicarsi getta una maledizione alla piccola: al sedicesimo anno di età, la principessa morirà pungendosi con un fuso. La fata dei Lillà però, non avendo ancora fatto il suo regalo, decide di modificare la maledizione: questa non morirà alla puntura, ma sprofonderà solamente in un lunghissimo ed eterno sonno, che coinvolgerà tutta la corte e che avrà fine solamente grazie al bacio di un giovane principe.
Nel Secondo Atto, il principe riesce ad entrare nel castello e, trovata la principessa, le dà un bacio- Spezzando l’incantesimo; la corte si risveglia e le danze ricominciano. E il principe potrà la sposare la principessa Aurora.
Nel Terzo Atto, c’è una grande festa al castello e tra gli invitati compaiono l’Uccello Azzurro e la principessa Florin; compaiono anche molti dei personaggi delle fiabe di Perrault. I due promessi sposi danzano in un celebre passo a due, e con loro anche tutti gli invitati in onore del futuro re e della futura regina.
CARMEN è la storia della tragica passione di don José per una zingara che egli ucciderà, dopo una serie di altri delitti, in un impeto di gelosia.
Meilhac e Halévy trassero dalla novella un libretto per il dramma lirico in 4 atti musicato da G.Bizet e rappresentato all’Opéra-Comique di Parigi nel 1875, con scarso successo. L’opera (considerata il capolavoro di Bizet) – segnando una svolta nella storia del gusto operistico – venne presa a modello dalla scuola “verista”.
Solo recentemente si è tornati alla versione originale con dialoghi parlati.
Alla novella e al suo soggetto sisono ispirati anche diversi balletti, utilizzando, in tutto o in parte, le musiche di Bizet. Basti pensare a balletto di Roland Petit; o all’altra importante versione di Carmen, coreografata da Alberto Alonso a Mosca nel 1967; o al balletto intitolato Carmen et son Torero, messo in scena a Madrid da Marius Petita nel 1875. Formato alla scuola francese, Marius Petipa – che può essere considerato il vero fondatore del balletto classico (grande continuatore della tradizione romantica ed uno dei più grandi coreografi di ogni tempo) – ha sviluppato considerevolmente la tecnica del balletto classico influenzando in modo particolare l’evoluzione e lo sviluppo della scuola russa. Maestro di danza e primo maître de ballet del balletto imperiale di San Pietroburgo (Russia) tra il 1862 e il 1905, Marius Petipa fu creatore di oltre cinquanta balletti, molti dei quali permangono nel repertorio classico odierno.
Dopo il grande successo della prima versione di Marius Petipa CARMEN ha molto ispirato i coreografi che, affascinati da questa storia, ogni volta offrono la loro interpretazione del testo.
DANZE POLOVETSIANE si ispira all’opera “Il principe Igor”.