In occasione del suggestivo Presepe vivente del 2018 – realizzato nello splendido Borgo di San Severino di Centola (SA) – ho fatto le foto che seguono, e questa breve intervista a Silverio D’Angelo (Vicesindaco del comune di Centola).
S. P. Caro Vicesindaco, da quanto tempo c’è questa iniziativa – bella e suggestiva – del Presepe vivente, nel Borgo disabitato di San Severino di Centola che, in questa occasione, prende anima, colore e vita? Da quanti anni lo si fa?
S.D. E’ dal 1993 che il Borgo medievale di San Severino rivive anche con questa iniziativa, grazie a un gruppo di persone del Paese che – all’epoca – decisero di costruire questo percorso presepiale in un luogo che già di per sé, se guardato nella sua fisionomia strutturale, fa pensare a un paesaggio presepiale, a un presepe.
S.P. Ma chi vi partecipa? Chi sono tutti questi personaggi che si vedono percorrendo le vie presepiali del borgo?
S.D. Sono tutti dei figuranti – chiamiamoli così – che lavorano per parecchi mesi. E sono tutte persone del Paese.
S.P. Quindi sono dei volontari..
S.D. Sono dei volontari che, di maniera spontanea, durante l’anno, si organizzano per questo appuntamento. Da qualche tempo, già da alcuni anni, ai volontari di San Severino si sono poi aggregati anche altri amici di Paesi vicini, tipo Centola, Palinuro, Torre Orsaia, Foria… cioè comunità che hanno apprezzato il lavoro, locale, fatto con passione e un entusiasmo che non ha pari, e soprattutto l’amore di stare insieme.
S.P. Non ho capito! Al Presepe di San Severino c’è una partecipazione attiva anche di altri Comuni limitrofi, o una loro presenza solo come visitatori?
S.D. No, non dicevo questo. In pratica, le numerose scene che si vedono lungo il percorso, parliamo di 27 postazioni che rappresentano vecchi mestieri – il battitore di ferro, il pastaio ecc.… c’è un pò di tutto!- necessitano di antiche attrezzature che anche loro conservano.
S.P. Quindi i comuni vicini contribuiscono in tal senso!
S.D. Esatto. Vengono a visitare il luogo, con le loro attrezzature. Vengono loro assegnati dei posti. E lì interpretano le loro scene, con mestieri che rievocano le tradizioni di questi luoghi.
S.P. Bella questa cooperazione tra comuni! Esiste anche in altri settori o solo per il presepe?
S.D. Si tratta di una cooperazione di volontari, che non ha niente a che vedere con le istituzioni, e la politica.
Chiaramente, il Comune di Centola sostiene questa iniziativa, grande anima di socialità e di altro, nel momento in cui ci si incontra e si sta insieme. Ma si tratta di un’iniziativa che nasce, soprattutto, dal cuore della gente, perché le persone del luogo sono molto legate a questo luogo simbolo che è il loro Borgo medievale. E per metterlo nelle condizioni in cui si trova oggi – per il Presepe – bisogna lavorarci. Parliamo di un Borgo completamente abbandonato dove esistono solo ruderi…
S.P. Ma che prospettive ha – per il futuro – questo Borgo? Pensate di farne qualcosa?
S.D. Nei nostri sogni (io sono un po’ definito sognatore) ci piacerebbe vedere il Borgo rivivere in tutta la sua antica bellezza. Siamo oramai quasi un cantiere aperto… Sono prossimi lavori – per cui auspico una speditezza operativa e soprattutto amministrativa – per attività già finanziate, di cui una già in corso, e altre con bandi di recente emanati.
Penso al Castello medievale di San Severino, dove abbiamo già iniziato i lavori. ..
S.P. Per arrivare a cosa…?
S.D. Abbiamo avuto un finanziamento del Ministero degli Interni di circa 800 000 euro (ed è già pubblicato il Bando per l’assegnazione dei lavori) che ci permetterà di rendere fruibile questo spazio – molto bello e suggestivo – che affaccia sule gole del Mingardo.
S.P. Bello!
S.D. Sì è uno spazio veramente bello dove, tra l’altro, in estate facciano delle rappresentazioni teatrali! Il castello, una volta fruibile, sarà in grosso punto di riferimento per il Borgo medievale.
S.P. Ma sarà adibito a albergo? O rimarrà come rudere?
S.D. Noi vogliamo recuperarne la storia. Già oggi – per chi ha la possibilità di poterci arrivare – all’interno del castello è visibile il vecchio perimetro di questi spazi, a lungo invisibili perché sommersi da detriti e altro…
Un altro lavoro importante riguarda una migliore accessibilità (e sicurezza) del lato più a Nord, dove qualche tempo fa ci fu uno smottamento sul costone roccioso. Per questo abbiamo un finanziamento di oltre 1 miliardo e mezzo di euro per realizzare un passaggio in sicurezza – con una sorte di semi-tunnel – che, eliminando rischi di cadute e scivolate, permetterà un accesso più agevole anche al Paese. Una volta reso l’accesso al Borgo più agevole, vi si potranno fare molte cose belle,
S.P. Va detto che anche l’accesso attuale ha il suo charme!
S.D. Certamente. Ma bisogna amarlo e non è adatto per tutti.. Noi stiamo pensando anche alle persone più anziane che vorrebbero andarci e non possono farlo. Questo semi-tunnel sicuramente aprirà altre vedute per il Borgo medievale.
S.P. Ma.. a quanto risale questo Borgo?
S.D. Parliamo del decimo undicesimo secolo.. Lo stiamo leggendo anche negli scavi archeologici in corso con qualche traccia anche di tempo addietro. Ce la racconteremo meglio appena avremo gli elementi.
S.P. Quindi sul Borgo si stanno concentrando una serie di cose, e di progetti…
S.D. Abbiamo anche un progetto approvato per la cosiddetta Casa baronale che è un’altra struttura molto imponente ed importante, riconosciuta anche di interesse storico-culturale da parte del MIBAC (Ministero per i beni e le attività culturali). Stiamo vedendo come reperire i fondi per poterla recuperare, e per poterne fare il Museo dell’emigrante cilentano nel mondo. Nel tempo, abbiamo anche recuperato, sia nella parte esterna che interna, la chiesetta principale del Borgo, oggi fruibile.
Questo Borgo vogliamo farlo rivivere nella sua struttura storica. Chiaramente, il tutto si deve anche autogestire: purtroppo, la parte finanziaria è quella che forse agevola meno.
Se non si autogestisce c’è il rischio che si fa un evento, l’evento piace, ma è solo un evento. E continuo a ringraziare tutti quelli che vi lavorano in maniera veramente volontaria!
S.P. Sì l’ho visto.. E vi lavorano anche con molto entusiasmo e passione..
S.D. Sì con tutto questo.. ma poi rimane un evento..
S.P. E’ vero.. ci vorrebbe continuità…
S.D. Ci vuole continuità.. e sostenibilità. E la sostenibilità richiede la ricerca di una formula – o un altro sistema – che in qualche maniera aiutino anche questi volontari a non essere volontari perenni, perché poi si stancano.
S.P. Una mia amica, Tiziana Colusso, ha di recente scritto un libro sulle residenze per artisti: in altri Paesi europei sono state istituite case per scrittori e per artisti… Personalmente nel Borgo medievale di San Severino ci vedrei bene un’iniziativa in tal senso. Potrebbe essere il caso di rifletterci? Ristabilire l’abitabilità delle case, e farle entrare in un network di residenze per scrittori e artisti. A me sembra una bella idea.
S.D. In verità, questa è un’idea anche progettata. Mi cogli piuttosto preparato in merito perché una diecina di anni fa – sempre guardando molto avanti, per capire cosa poteva essere il borgo (in fondo il problema è sempre questo “che cosa ne faremo poi di questi ruderi?”) – abbiamo focalizzato l’idea di creare una sorte di spazi, in cui realizzare 14-15 strutture con il piano rialzato a dimora (anche temporanea) dell’artista; e, sotto, al Piano terreno (in questo Borgo non si superano i due piani) creare il laboratorio, dove l’artista – sia esso uno scrittore, un poeta, uno sceneggiatore, un artista – possa lavorare. Non dimentichiamo che il Borgo medievale oramai da molti anni è scelto anche quale set per produzioni cinematografiche.
Di recente – nel realizzare “Capri Revolution” – anche Mario Martone è stato lì su, per 3 mesi, a girare scene per il suo importante lavoro.
S.P. Quindi, anche San Severino ha questa idea indirizzata ad artisti…
SD Sì .. ma poi mancano le forze. Serve una regia più importante – anche sotto l’aspetto finanziario – per poter dire “cominciamo a fare questo”.
Un’altra cosa che si pensava di fare era di creare una dimora per gli sposi che vogliono sposarsi in luoghi un po’ scelti, che non siano luoghi di massa. Al Borgo di San Severino, c’è già la sua chiesetta. Si potrebbe creare la dimora per il matrimonio, e per consentire di rimanervi qualche giorno…
C’erano – e ci sono – molte di idee collegabili a questo sito………
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