TRANNE ECCEZIONI BEN PRECISATE, TUTTO QUELLO CHE E' LEGGIBILE IN QUESTO BLOG E' SCRITTO SOLO DA SILVANA PARUOLO – Il Blog riguarda Politica internazionale e Cultura: attualità, politiche UE e UE nel mondo (V. libri di Silvana Paruolo 2020: la nuova UE L'UE tra allargamento e vicinato, crisi, verticite, vecchie e nuove strategie Ed. LULU 201O e Introduzione all'Unione europea Oltre la sfida del 2014 – Ed. Il mio libro-Feltrinelli 2014) ma anche – grazie alla mia iniziativa non profit Appuntamenti europei a Roma – le Letterature per l'infanzia e la gioventù.
L’accordo internazionale dell’OCSE/G20 (dicembre 2021) sulla global minimun tax, passo importante verso un sistema efficace ed equo di tassazione degli utili, mira a garantire un livello minimo d’imposta del 15% per le grandi società multinazionali. Per recepire questa riforma, si sta ora lavorando a una proposta di Direttiva UE.
In merito, il Parlamento europeo ha ora preso posizione con una sua Risoluzione trasmessa al Consiglio UE che dovrà adottare il testo definitivo all’unanimità “Questo accordo internazionale non è perfetto – ha dichiarato: la relatrice Aurore Lalucq (S&D, FR) – Avremmo voluto, ad esempio, un’aliquota di imposta più alta. Ma è il risultato di un compromesso. E oggi è urgente che i ministri UE raggiungano un accordo e lo attuino rapidamente. Questo è stato il principio guida del voto odierno”.
Il PE sostiene il recepimento nell’ordinamento UE dell’accordo internazionale su una imposta minima globale del 15% per le multinazionali:
Livello minimo globale d’imposta del 15% per le grandi società multinazionali
Termine di attuazione fissato al 31 dicembre 2022
Clausola di riesame e valutazione d’impatto per i paesi in via di sviluppo
Gli eurodeputati approvano gli elementi principali proposta della Commissione, Ma apportano alcune modifiche. Chiedono l’introduzione di una clausola di riesame della soglia dei ricavi annuali (oltre la quale una società multinazionale sarebbe soggetta all’aliquota minima) e una valutazione d’impatto della legislazione sui paesi in via di sviluppo. E intendono ridurre anche alcune delle esenzioni proposte dalla Commissione e limitare le possibilità di abuso con l’introduzione di un articolo specifico contenente misure atte a contrastare i meccanismi di evasione fiscale.
Il 9 maggio 2022, la Conferenza sul futuro dell’Europa ha concluso i suoi lavori. E ora? Già nel mio ultimo libro – L’Unione europea Origini presente Prospettive future Edizioni SIMPLE agosto 2021 – mi sono soffermata sui possibili scenari del dopo Conferenza, scrivendo:
“1. Dalla Conferenza potrebbe uscire una forte richiesta di rendere permanenti gli strumenti ora temporanei del Next Generation EU, di avere una Politica fiscale comune e Titoli europei, di superare il Patto di stabilità, di superare il voto all’unanimità, di più Europa sociale, di più sicurezza e di un esercito europeo, di una politica migratoria comune ecc. In questo caso, ci sarà poi da definire cosa fare. Ricorrere al metodo dell’Integrazione differenziata (..)? Avviare nuove Cooperazioni rafforzate? Bastano nove Paesi. Elaborare un nuovo Trattato? Con quale metodo? E per quanti/quali Paesi?
Se non sarà possibile arrivare a un accordo sull’opportunità di una modifica del Trattato di Lisbona, andranno esplorate altre possibili alternative per poter comunque procedere a una riforma del Trattato? Per esempio, per aggirare la regola dell’accordo unanime, gli Stati che intendono modificare più profondamente il Trattato di Lisbona potrebbero recedere dallo stesso sulla base dell’attuale art.50 (già utulizzato dal RU) e concludere un nuovo Trattato sottoposto a regole diverse di firma e di ratifica (per esempio a maggioranza qualificata invece dell’unanimità).
2. Dalla Conferenza potrebbe venire la richiesta – forte ed esplicita – di una Riforma del Trattato di Lisbona, e delle istituzioni dell’Unione. Anche in questo caso ci sarà da precisare, sia cosa cambiare, sia come procedere.
Adottare il Metodo – già usato per il Progetto Spinelli (1984) – di un nuovo Trattato, elaborato dal Parlamento europeo, e da sottoporre direttamente alla ratifica dei Parlamenti nazionali? Decidere di procedere alla convocazione di una Conferenza intergovernativa (CIG) – tipo la CIG che ha poi prodotto il Trattato di Lisbona – sulla base di un chiaro Mandato? Decidere la convocazione di una Convenzione (tipo quella che ha varato la Carta europea dei diritti fondamentali)?
3. Dalla Conferenza potrebbe venire la richiesta di lasciare tutto come oggi, o di fare passi all’indietro. Questa ipotesi è quella che mi pare la meno probabile, se non ci farà un uso scorretto della Piattaforma.
Da notare anche che (…) non si potrà andar lontano nel processo di completamento del Progetto europeo, senza una vera e propria strategia anche di alleanze”.
Ciò detto, cosa sta emergendo attualmente?
Il Parlamento europeo, una settimana prima della sua chiusura, ha approvato una Risoluzione per il proseguimento dei lavori della Conferenza, attraverso la convocazione di una Convenzione in grado di attivare la procedura per la revisione dei Trattati europei (come previsto dall’articolo 48 del Trattato dell’Unione Europea). La Risoluzione richiama anche utili novità presenti nelle Conclusioni della Conferenza, quali: la necessità di abolire il voto all’unanimità nel Consiglio, la completa attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, l’inserimento di un Protocollo sul progresso sociale che garantisca la completa legittimità dei diritti sociali nei confronti delle libertà economiche, l’adozione di un modello di crescita inclusivo e resiliente basato su investimenti per la transizione verde e digitale.
Nel Consiglio del giugno 2022 – dove saranno discusse le conclusioni della Conferenza – si preannuncia oramai un braccio di ferro tra i Paesi che appoggeranno la Risoluzione del Parlamento europeo e i Paesi che sono per non procedere ad alcuna modifica dei Trattati (v. “non paper” di Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Slovenia e Svezia, appoggiato da Polonia e Ungheria).
Inoltre – dinanzi al pericolo di un blocco del processo di rinnovamento e approfondimento dell’Unione (v. il rifiuto di alcuni Paesi, nel 2004, di ratifica del progetto di Costituzione) – alcuni Paesi sottolineano l’opportunità di procedere piuttosto verso nuove Cooperazioni Rafforzate. Il che significa che alcuni Stati membri dell’UE procedano (attraverso vincoli di cooperazione più approfondita) lasciando agli altri Stati membri dell’Unione la possibilità di aderire al progetto successivamente. È la formula già adottata (ad esempio per l’Euro) grazie all’approccio Europa a geometria variabile / Europa a integrazione differenziata.
QUI DI SEGUITO – dopo una mia breva Presentazione di questo mio ultimo libro L’Unione Europea Origini Presente Prospettive future Edizioni SIMPLE 2021 – commenti e recensioni di professori, giornalisti, esperti, dirigenti sindacali, ecc. Il volume e’ acquistabile dall’editore(SIMPLE) e sui principali bookshop on line, e in alcune librerie fisiche quali -a Roma- la Libreria Minerva a Piazza Fiume e la Libreria Mondadori in via Piave.(more…)
Tutte le interviste che seguono sono state da me realizzate tra fine marzo – fine aprile del 2019, cioè durante la campagna elettorale per l’elezione del nuovo Parlamento europeo, ora in carica.
David Sassoli (allora Vice-presidente uscente, ora Presidente del Parlamento europeo)
Antonio Tajani (allora Presidente uscente del Parlamento europeo, ora europarlamentare)
Roberto Gualtieri (allora Europarlamentare, poi Ministro italiano dello sviluppo economico)
Elena Gentile (Europarlamentare uscente)
Prof. Pier Carlo Padoan (ex-ministro dell’economia e delle finanze)
Sandro Gozi (Europarlamentare post-Brexit)
Monica Frassoni (Co-presidente del PEV)
Luca Iacoboni (Greenpeace)
Maria Grazia Midulla (WWW-Italia)
Edoardo Zanchini (Legambiente)
Stefania Valentini (Federpesca)
Franco Andaloro (Stazione zoologica di NA, Anton Dohrn)
Plinio Conte (Osservatorio nazionale della pesca)
Le ho realizzate pensando di inserirle nel mio nuovo libro. Ma successivamente – per non rendere questo volume troppo voluminoso – ho deciso di renderle leggibili in questo mio BLOG, dandone il LINK nel mio libro L’Europa è il futuro Edizioni SIMPLE 2021.
Nell’ultimo numero di Tempo Libero – rivista della Fitel nazionale – mi soffermo sullo Stato dell’Unione europea (in particolare per alcuni aspetti) a partire dal discorso in merito, del settembre 2020, della Presidente Ursula von der Leyen. Per chi decidesse di leggermi, BUONA LETTURA!
Per chi fosse interessato oggi da Europa in movimento e’ stato pubblicato un mio approfondimento sulla proposta della Commissione europea di un “nuovo” Patto europeo su migrazione e asilo.
Siamo in una fase di transizione, e di inesorabile trasformazione: il mondo sta cambiando con straordinaria velocità. Come proteggere i lavoratori dai rischi insiti nella digitalizzazione del mercato del lavoro? Dove e quando lavoreremo? Quali responsabilità avremo? Con quale controllo e libertà? Su questo e altro.. mi soffermo in questo mio articolo in Europa in movimento.