TRANNE ECCEZIONI BEN PRECISATE, TUTTO QUELLO CHE E' LEGGIBILE IN QUESTO BLOG E' SCRITTO SOLO DA SILVANA PARUOLO – Il Blog riguarda Politica internazionale e Cultura: attualità, politiche UE e UE nel mondo (V. libri di Silvana Paruolo 2020: la nuova UE L'UE tra allargamento e vicinato, crisi, verticite, vecchie e nuove strategie Ed. LULU 201O e Introduzione all'Unione europea Oltre la sfida del 2014 – Ed. Il mio libro-Feltrinelli 2014) ma anche – grazie alla mia iniziativa non profit Appuntamenti europei a Roma – le Letterature per l'infanzia e la gioventù.
Dopo 30 anni esatti Giampiero Ingrassia torna ad interpretare il ruolo di Seymur in ” La piccola bottega degli orrori”, primo musical italiano prodotto dalla Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi.
Che cosa saresti disposto a fare per ottenere quello che hai sempre desiderato? Mentire? Ingannare? Ammazzare… di risate? Tutto questo è possibile grazie ad una pianta “queen”-regima di tutte le piante, che si trova solo in una Piccola Bottega… molto vicino a te! Chiedi a Seymour, il garzone del negozio. O ad Audrey, la ragazza che lui ama. O all’avido Mushnik. O al povero dentista squinternato.
Immaginate da una parte un donchisciotte senza soldi, con la disdetta dell’affitto in una tasca e la lettera di licenziamento nell’altra, così disilluso da decidere di compiere un gesto folle e disperato: rapire la Ministra e nasconderla in cantina. Lo fa per sé, per la sua pensione… ma soprattutto lo fa per il suo Paese. Dall’altra parte la Ministra – stimata docente universitaria, sposata con un finanziere ricchissimo – che vive secondo valori solidi e tradizionali. È entrata in politica solo per fare un favore al Paese… ma un po’ anche a se stessa.
Lo scontro tra due ceti si trasforma inevitabilmente in un confronto tra due mondi distanti, o forse no. Perché la solitudine non ha classe e, indipendentemente dai mezzi, il fine a volte può essere lo stesso…
La divertente coppia Cornacchione / Baldini con garbo trasforma la disperazione in motivazione, in una tragicommedia appassionata, forte e decisamente contemporanea.
Parte del ciclo dei vinti Verghiani, Mastro don Gesualdo – ora in scena al teatro Qurino di Roma – è uno dei romanzi più famosi dello scrittore siciliano verista, Giovanni Verga.
Questa la sua trama. Puntando all’elevazione sociale, Mastro don Gesual – un muratore manovale arricchitosi costruendo mulini – sposa una dei fratelli Trao – Bianca – sorpresa in camera da letto con il cugino Ninì Rubiera, la cui ma la madre si oppone al matrimonio. Ma – oltre a sentirsi escluso da una parte dal mondo aristocratico, e dall’altra dal mondo dal quale veniva – non si sente amato da moglie e figlia (nata dalla relazione precedente con il cugino). Inoltre, quest’ultima si innammora di un suo cugino, mentre lui avrebbe voluto darla in sposa a un nobile palermitano. Rimasto vedovo – a causa dei moti del 1848 e di un cancro incurabile – lascia il suo paese. Si stabilisce a vivere a casa della figlia, dove assiste alla dilapidazione delle sue stesse ricchezze. Odiato da tutti, è trattato, ora con disprezzo. ora con ironia.
Al Quirino, Mastro don Gesualdo è perfettamente interpretato da Enrico Guarneri, attore dotato di un’innata vis comica, tecnicamente assurto al ruolo di attore poliedrico. Il gusto minimalista e moderno delle messinscene – affidate al regista Guglielmo Ferro che, da anni, si dedica alla drammaturgia contemporanea – nel rispetto assoluto del valore storico-letterario del testo verghiano, mira ad una trasposizione più attuale di questo bel testo
Bello spettacolo: piccolo capolavoro per recitazione, scenografie, colori e musiche! Bravi tutti.
La letteratura comica è una grande risorsa della tradizione culturale italiana. Ma – pur essendo un patrimonio di genialità ironica fatto di battute, calembour e motti di spirito – è stata spesso snobbata, declassata, marginalizzata, messa fuori dalle antologie.
Eliseo Cultura Risate a regola – un ciclo di incontri di tre serate d’arte, dedicato al meglio della comicità italiana – vorrebbe restituire almeno in minima parte tale genialità .
Il 25 novembre 2019 -al Teatro Piccolo Eliseo – ci sarà quindi il terzo appuntamento: si chiama SERATA FLAIANO ma, oltre a Flaiano, coinvolgerà un gruppo di geniali intellettuali (Marcello Marchesi, Ercole Patti e Achille Campanile). Se ne parlerà con Enrico Vanzina.
Cosa è questa “tempesta” che Prospero scatena e interrompe a suo piacimento? Essa ha solo un effetto, quello di condurre tutti i suoi nemici nell’unico posto dove tutti i suoi desideri sono immediatamente appagati, quello della creazione letteraria.
Eros Pagni crea quindi un’isola che non c’è: tutto è nella sua testa, ivi incluso Ariel e Calibano (in questo spettacolo una sorta di Jekyll e Hyde). La scena della Tempesta è una citazione della biblioteca mediatica del protagonista; e i suoi avversari – citazioni della cultura occidentale – si presentano con abiti delle più svariate epoche.
“ Dopo aver pensato questo personaggio di grande cultura, di grande capacità immaginativa e che mi figuro da sempre immerso nei suoi libri – sottolinea Luca de Fusco – mi sono reso conto che il mio Prospero altri non era che mio padre, Renato De Fusco, emerito storico dell’architettura che, dal chiuso della sua biblioteca, ha raccontato, in decine di opere, edifici in gran parte dei quali non è mai stato, ma che ha avuto la capacità visionaria d’immaginare. È per questo che gli dedico questa mia regia in occasione dei suoi novant’anni”.
Interpretata da Filippo Dini (di recente insignito del Premio Le Maschere del Teatro Italiano) la vicenda dello scrittore Paul Sheldon – caduto nelle mani della fan Annie Wilkes – rivive ora in teatro. Accanto a lui, la talentuosa attrice Arianna Scommegna, nel ruolo dell’infermiera (Annie Wilkes), e Carlo Orlando nel ruolo dello sceriffo, con musiche di Arturo Annecchino, scene e costumi di Laura Benzi, luci di Pasquale Mari, trucco di Cinzia Costantino e con la traduzione di Francesco Bianchi.
“Tra
tutti gli scrittori che animano le creazioni di King, Paul Sheldon è
il più forte, il più disperato. Prigioniero del suo talento e della
sua vocazione, scopre se stesso nel viaggio all’inferno in
compagnia di Annie. E lei è semplicemente indimenticabile” –
sottolinea
Filippo Dini – Annie è l’esasperazione del desiderio e dell’amore
per l’arte, di quella silenziosa e segreta preghiera che ognuno di
noi innalza nel proprio cuore ogni volta che voltiamo la prima pagina
dell’ultimo romanzo del nostro scrittore preferito; o
che sediamo in platea, le luci si spengono e inizia lo spettacolo.
Misery è una grande opera
sul potere magico della narrazione. Ed ecco perché poter portare
questa storia in teatro è una grande occasione e un grande
privilegio. Perché
il teatro è il luogo
della Magia”.
Il testo va ben oltre la storia dello scrittore Paul Sheldon – salvato da un brutto incidente stradale dalla sua fan numero uno che si trasforma in una carceriera – in quanto lo scrittore affronta il suo demone, (incarnato da Annie), tirannico e folle, della creazione, che tutto dona e che in cambio vuole la vita.
Amadeus”
di
Peter
Shaffer è
la storia di una feroce gelosia.
Fin
dalla prima londinese del 1978, Shaffer ha continuato a riscrivere
il testo di Amadeus, che fu profondamente modificato per l’edizione
americana, diretta come quella inglese da Peter Hall, e quindi per la
successiva ripresa londinese del 1981. Nel 1984 arriva il trionfo
internazionale del film omonimo, diretto da Milos Forman.
La
figura portante dello spettacolo è Salieri, interpretato da Geppy
Gleijeses,
uno dei più grandi attori italiani. Mozart – interpretato da
Lorenzo
Gleijeses(vincitore
del premio UBU nel 2006 come “Nuovo attore emergente”)
–
è ingenuo e rigido nelle sue convinzioni e prigioniero del proprio
genio. La regia è affidata ad Andrei
Konchalovsky,
grandissimo
regista di cinema e teatro, versatile ed eccentrico.
Il
dramma, ambientato alla fine del ‘700, racconta il presunto
tentativo, senza fondamento storico, del compositore italiano Antonio
Salieri di distruggere la reputazione dell’odiato avversario
Wolfgang Amadeus Mozart.
Shaffer
ha fatto del musicista italiano non tanto un rivale del giovane
salisburghese, almeno per quanto riguarda il successo, quanto
piuttosto un critico moralista. Salieri ha infatti promesso a Dio una
vita intemerata in cambio dell’eccellenza musicale, ma il suo mondo
crolla davanti alla scoperta dei doni che sono stati concessi a una
creatura in apparenza turpe e lasciva
Il suo gesto vuole essere pertanto una sorta di vendetta contro Dio che si è preso beffa di lui, ma neanche compiendola riuscirà a passare alla Storia..
Vittorio Marsiglia, Mariano Perrella e isabella Alfano, accompagnati al pianoforte da Mario Vicari, ci portano in una “farmacia del benessere”per regalarci “pillole di felicita”‘ – tramite canzoni di amore, canzoni umoristiche, emozioni e sketch della migliore tradizione musicale e teatrale napoletana – in uno spettacolo ironico, brillante e divertente che ci immerge nella piu’ autentica “napolinalita”‘. Da vedere.
Elena Radonicich e Peppino Mazzotta interpreti de L’onore perduto di Katharina Blum – regia di Franco Però – al Teatro Eliseo di Roma: uno spettacolo che colpisce per la modernità di Heinrich Böll.
Questa la trama. La stampa scandalistica, attraverso lo spietato giornalista Werner Tötges, viola ripetutamente la privacy di Katharina e manipola le informazioni raccolte. Ne fa prima una complice del bandito e poi una vera e propria estremista. La vita di Katharina viene sconvolta: riceve minacce e offese, i suoi conoscenti vengono emarginati, il suo onore viene definitivamente compromesso. La polizia e lo Stato non la tutelano. Dapprima disperata, poi lucida nel suo isolamento, Katharina Blum si vendica uccidendo il giornalista Tötges e si costituisce alla polizia.
“Heinrich Böll -– sottolinea il regista Franco Però – negli anni Settanta già capiva e indicava la via che avremmo imboccato. Di quest’autore sento vicina anche l’ironia e quel suo saper guardare in modo distaccato ai fatt i .. Quando abbiamo analizzato l’adattamento con Letizia Russo, abbiamo copmpresp come ogni personaggio sia perfettamente dipinto, in pochi tratti. C’è una splendida protagonista ma è anche vero che ogni personaggio è protagonista, ed è allo stesso tempo profondamente reale ma anche un simbolo. Attraverso queste figure vengono raccontate le classi sociali “alte” e quelle più proletarie, ugualmente inermi davanti alla manipolazione della verità“.