TRANNE ECCEZIONI BEN PRECISATE, TUTTO QUELLO CHE E' LEGGIBILE IN QUESTO BLOG E' SCRITTO SOLO DA SILVANA PARUOLO – Il Blog riguarda Politica internazionale e Cultura: attualità, politiche UE e UE nel mondo (V. libri di Silvana Paruolo 2020: la nuova UE L'UE tra allargamento e vicinato, crisi, verticite, vecchie e nuove strategie Ed. LULU 201O e Introduzione all'Unione europea Oltre la sfida del 2014 – Ed. Il mio libro-Feltrinelli 2014) ma anche – grazie alla mia iniziativa non profit Appuntamenti europei a Roma – le Letterature per l'infanzia e la gioventù.
La rilettura del più classico dei classici ribalta l’ambientazione originale del Primo atto: l’enorme casa borghese diventa um’immaginaria periferia metropolitana, con senzatetto e ribelli senza fortuna. Nessun soldatino, ma solo un principe, il Fuggitivo, e la sua amata.
I due giovani tenteranno il grande salto oltre il muro, e affronteranno bande di uomini oscuri, vigilanti di rivoluzionari tumulti. La tradizionale ‘battaglia dei topi’ si trasformerà in un cruento scontro di strada il cui esito sarà l’evasione del Fuggitivo e la salvezza di Clara. Attraverso il viaggio immaginario di Clara (prima di decidere se seguire o no il suo eroe verso luoghi ignoti) la coppia di avventurosi inizierà una nuova vita, non bella e fantasiosa come quella immaginata, ma pur sempre fiduciosa verso il futuro.
Il Secondo atto riaggancia ambientazioni e personaggi della tradizione: un incanto che cancellerà per un attimo gli incubi grigi di una vita nell’ombra. La magia non durerà tuttavia per sempre e sul finale Clara – pur tentando davvero la fuga da quel luogo – tornerà ad osservare il muro della sua prigionia. Dall’altra parte continueranno a vivere gli invisibili..
Un piccolo capolavoro, senza tempi morti, e senza imperfezioni, con musica stupenda, belle scenografie (ecologiche) e coreografie, e dei ballerini fantastici. Da vedere! Fresco, brioso, divertente e coinvolgente.
La Programmazione 2019-2020, quale emerge dal Comunicato stampa del Teatro dell’Opera di Roma.
La stagione lirica del Teatro dell’Opera di Roma sarà aperta daLes vêpres siciliennes – l’opera con cui Verdi esordì nel giugno 1855 a Parigi – Direttore Daniele Gatti, mentre la regia del nuovo allestimento è affidata a Valentina Carrasco, già apprezzata per una sua Carmen a Caracalla (2017). La scenografia sarà opera del francese Richard Peduzzi. Le luci saranno di Peter van Praet e i costumi di Luis Carvalho. Le coreografie del balletto “Le quattro stagioni”, parte integrante del secondo atto di questo grand-opéra, saranno diMassimiliano Volpini. Tra i principali interpreti Roberto Frontali nel ruolo di Guy de Montfort, Dario Russo in quello de Le sire de Béthune; Hélène sarà cantata da Roberta Mantegna che, nata nel nostro progetto “Fabbrica”, ha già intrapreso una brillantissima carriera internazionale. Sono talenti della seconda edizione di questo stesso progetto Andrii Ganchuk, che interpreta Le comte de Vaudemont, e Irida Dragoti, Ninetta. Con loro ci saranno John Osborn (Henri), Michele Pertusi e Alessio Cacciamani (Jean Procida),Francesco Pittari (Danieli), Saverio Fiore (Thibault) e Alessio Verna (Robert).
Dal 23 gennaio al 6 febbraio 2020, in scena I Capuleti e i Montecchi– opera molto attesa dagli appassionati del belcanto (appassionata versione che Bellini, nel 1830, seppe dare della tragedia di Shakespeare) – sarà il secondo titolo diretto dal maestro Daniele Gatti in un nuovo allestimento con regia, scene, costumi e luci di Denis Krief. I ruoli dei due protagonisti saranno interpretati daAnna Goryachova e Vasilisa Berzhanskaya (Romeo, en travesti), Mariangela Sicilia eBenedetta Torre (Giulietta). Con loro sul palcoscenico Iván Ayón Rivas e Giulio Pelligra(Tebaldo), Nicola Ulivieri (Lorenzo) e Alessio Cacciamani (Capellio).,
Dal 18 al 29 febbario, in scena anche l’Evgenij Onegin di Čaikovskij diretto da James Conlon. Un’ “opera di formazione”, tratta dal romanzo in versi di Puškin, che vede la giovanissima protagonista “innamorarsi dell’idea dell’amore” e invaghirsi della persona sbagliata, per raggiungere solo in seguito la sua maturità sentimentale. Lo spettacolo (in lingua originale) avrà la regia di Robert Carsen. Scene e costumi saranno diMichael Levine e le luci di Jean Kalman. Nel ruolo del titolo Markus Werba. Maria Baiankina (Tat’jana) debutta all’Opera di Roma, così come Yulia Matochkina (Ol’ga). Negli altri ruoli maschili Saimir Pirgu (Lenskij), John Relyea (Gremin) e Andrea Giovannini(Triquet). Tornano su questo palcoscenico Anna Victorova (Filipp’evna), così come Irida Dragoti (Larina) e Andrii Ganchuk (Zareckij) del progetto “Fabbrica” YAP.
Dal 25 marzo al 5 aprile, in scena Turandot, in una lettura davvero nuova del capolavoro di Puccini. Il nuovo allestimento sarà curato in ogni aspetto (regia, scene, costumi) da uno dei più grandi artisti contemporanei, Ai Weiwei, che per la prima volta si cimenta con una regia teatrale. Leggere l’immaginario mondo cinese di Gozzi, e poi di Puccini, da parte di un artista cinese sarà motivo di straordinario interesse. A dirigere Turandot sarà Alejo Pérez. Nel ruolo della principessa con Anna Pirozzi si alternerà Amber Wagner (al suo debutto romano), Calaf sarà Gregory Kunde (in alternanza con Arsen Soghomonyan, anche lui al debutto), Altoum Carlo Bosi, Timur Antonio di Matteo (in alternanza con Marco Spotti), Liù sarà interpretata da Francesca Dotto, di casa al Costanzi. Ci saranno Alessio Verna (Ping),Francesco Pittari (Pang), Pietro Picone (Pong) e, dal progetto “Fabbrica” YAP, Andrii Ganchuk (un mandarino).
Agli stessi anni della Turandot risale laKát’a Kabanová, che Leoš Janáček terminò nel 1922. È la prima volta che questo capolavoro del musicista ceco è rappresentato a Roma: si potrà dunque ascoltare e vedere uno dei maggiori lavori teatrali del Novecento, in cui conflitti sociali di un mondo autoritario e drammi interiori della protagonista s’intersecano fino a condurre alla tragedia finale. L’opera sarà presentata in un nuovo allestimento in coproduzione con la Royal Opera House di Londra, uno spettacolo che ha vinto quest’anno l’Olivier Award. A dirigere l’opera (dal 19 al 28 aprile) sarà David Robertson, regia diRichard Jones e scene e costumi di Antony McDonald. Lucy Carter curerà le luci e Sarah Fahie le coreografie. Molti i debutti nel cast: Charles Workman (Boris Grigorijevič), Susan Bickley (Marfa Kabanová), Andrew Staples (Tichon Kabanov) e Amanda Majeski come protagonista. Nel cast anche Stephen Richardson (Savël Prokofjevič Dikoj), Cristopher Lemmings (Váňa Kudrajaš), Emily Edmons (Varvara), Lukáš Zeman (Kuligin).
A maggio (dal 22 al 31) torna un’opera del giovane Verdi , Luisa Miller(1849). Lo spettacolo ha le scene di Paolo Fantin, i costumi di Carla Teti e le luci di Hans-Rudolf Kunz, video designer Timo Schlüssel. Riccardo Zanellato sarà il conte di Walter, Piero Pretti Rodolfo, Daniela Barcellona Federica, Marco Spotti Wurm, Enkhbat Amartuvshin, giovane baritono mòngolo, debutta come Miller, Roberta Mantegna ritorna in stagione come Luisa. Si tratta di un allestimento in collaborazione con l’Opera di Zurigo.
Alla fine di maggio sarà in teatro, a capo per la prima volta della nostra orchestra, il maestro Myung-whun Chung: dirigerà laMessa da Requiem di Giuseppe Verdi, il massimo capolavoro non teatrale del compositore. Sotto la sua bacchetta canteranno il sopranoCarmen Giannattasio, il mezzosoprano Daniela Barcellona, il tenore Saimir Pirgu e il basso Roberto Tagliavini. L’unica presenza, in un lontano passato, al Costanzi del maestro Chung risale al 1995, ospite con la Philharmonia Orchestra per un concerto sinfonico.
Dal 13 al 25 giugno sarà in programma la Carmen, diretta da Bertrand de Billy (al suo debutto all’Opera) con la regia di Emilio Sagi, le scene di Daniel Bianco, luci di Eduardo Bravo e coreografie di Nuria Castejón. Si tratterà però di un nuovo allestimento perché lo spettacolo (visto nel 2014) avrà costumi nuovi disegnati da Fendi: continua così la collaborazione del Teatro dell’Opera con le grandi firme della moda proseguita, dopo La traviata di Valentino, con Maria Grazia Chiuri per la maison Dior e ancora con Jean Paul Gaultier ciascuno per due spettacoli di balletto. A interpretare i ruoli principali di questa Carmen tornano Veronica Simeoni e Pavel Černoch(insieme già ne La damnation de Faust). Nel ruolo della protagonista ci saranno ancheKsenia Dudnikova e Irene Roberts, in quello di Don José anche Migran Agadzhanyan. Escamillo sarà interpretato da Vitaliy Bilyy e, dal progetto “Fabbrica” YAP, Andrii Ganchuk.Maria Grazia Schiavo sarà Micaëla.
Due importanti titoli di Stravinskij, legati alla sua stagione neoclassica ed entrambi diretti da Daniele Gatti, chiuderanno la stagione nella seconda metà di ottobre. Un nuovo allestimento del Rake’s Progress (La carriera di un libertino)dal 18 al 29, uno dei grandi capolavori del Novecento rappresentato al Costanzi una sola volta nel maggio 1968, (ma allora in una produzione e con complessi dell’Opera di Amburgo). Questo, che vede invece protagoniste l’orchestra e tutte le forze del teatro, sarà invece un allestimento in tutto nuovo con il nostro direttore musicale e la regia di Graham Vick. Canteranno Juan Francisco Gatell nel ruolo di Tom Rakewell, Chen Reiss in quello di Anne Trulove, Markus Werba di Nick Shadow. Ci saranno Adriana Di Paola (Baba the Turk), Stephen Richardson (Father Trulove), Paul Nilon (Sellem) e Susan Bickley (Mother Goose).
A intercalarsi tra le date del Rake’s Progress ci sarà, il 23 e il 24 ottobre, l’oratorio stravinskianoOedipus Rex affidato alla narrazione, in un ruolo centrale del lavoro di un grande attore italiano, Massimo Popolizio. Accanto a lui le voci di Brendan Gunnell nel ruolo del titolo, di Ekaterina Semenchuk in quello di Jocasta; Alex Esposito torna su questo palcoscenico e interpreterà Créon, Andrea Mastroni sarà Tirésias. Questa pagina è presente un’unica volta nella cronologia del teatro, diretta da Zoltan Pesko nel 1995 con la regia di Squarzina e le scene e i costumi di Manzù, questi ultimi diventati parte integrante dell’importante collezione di artisti che hanno collaborato con l’Opera di Roma.
Due produzioni evergreen del Teatro dell’Opera di Roma incorniceranno l’inizio e la fine della stagione. In dicembre, con l’opera inaugurale, si alterneranno cinque recite di Tosca, nella versione 1900 della prima assoluta dell’opera, curata da Alessandro Talevi e diretta da Pier Giorgio Morandi. Le scene e i costumi di Adolf Hohenstein sono ricostruite sui bozzetti originali rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti. Le luci sono di Vinicio Cheli. Lyudmila Monastyrska, che debutta all’Opera di Roma, si alternerà con Monica Zanettin nel ruolo del titolo. Giorgio Berrugi e Diego Cavazzin torneranno a interpretare Cavaradossi così comeClaudio Sgura come Scarpia, Domenico Colaianni Sagrestano, Luciano Leoni Angelotti.Andrea Giovannini sarà Spoletta. Alla produzione partecipa la Scuola di Canto Corale dell’Opera di Roma. A novembre 2020 sarà in scena La traviatacon la regia di Sofia Coppola, i costumi di Valentino, Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli, le scene diNathan Crowley. Sul podio ci sarà Paolo Arrivabeni e nel ruolo della protagonista si alterneranno Zuzana Markova, Albina Shagimuratova e Claudia Pavone, in quello di Alfredo Germont Sergey Romanovsky, Iván Ayón Rivas e Alessandro Scotto di Luzio, in quello di Giorgio Germont Marco Caria e Simone Del Savio. Le coreografie interpretate dal Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma sono di Stéphane Phavorin, Vinicio Chelifirma le luci, video a cura di Officine K.
La stagione di balletto – Con una programmazione attenta e bilanciata, tra grandi balletti del repertorio classico e titoli fondamentali di quello moderno e contemporaneo, la nuova stagione di balletto si compone di 5 spettacoli.
Il lago dei cignidi Benjamin Pech già étoile dell’Opéra di Parigi, primo maître e assistente alla Direzione del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Il lago dei cigni è in scena al Teatro Costanzi dal 31 dicembre 2019 all’8 gennaio 2020. E’ una fiaba romantica percorsa dall’eterno conflitto tra Bene e Male che ancora oggi, con il suo intenso simbolismo, continua ad affascinare gli spettatori di tutto il mondo. Pech rimanendo in gran parte fedele al libretto immaginato da Marius Petipa, rielabora la drammaturgia e crea la sua versione. Il mago Von Rothbart, che nella storia originaria trasforma la principessa in cigno, non c’è. È Benno, l’insospettabile amico del Principe Siegfried, a ricoprire il ruolo del malvagio. Benno, geloso e avido di potere, manipola il Principe per tutto il balletto e solo alla fine del terzo atto rivela la sua vera natura e svela l’inganno. Il tradimento che si compie a opera di Benno nei confronti del Principe, e del Principe nei confronti di Odette pur senza volerlo, diventa il tema centrale di questa versione. La morte incombe metaforicamente sulla scena portando con sé Odette. Benno raggiunge il suo scopo, ma la purezza di cuore del principe, che tutto perdona, lo disarma. Il lavoro di Pech dialoga con un allestimento magico fatto di scene raffinate e preziosi decori dello scenografo Aldo Buti con le luci di Vinicio Cheli. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Nir Kabaretti e dal maestro Carlo Donadio.
Al geniale Jerome Robbins, il grande innovatore di tutti i tempi si consacra la Serata Robbins con un programma speciale composto da Glass pieces, In the Night e The Concert. La Serata Robbinsè in scena al Teatro Costanzi dal 30 gennaio al 5 febbraio.
Glass pieces di Robbins debutta il 12 maggio 1983 al New York State Theater, con il New York City Ballet. Si tratta di un lavoro altamente formale, articolato in tre sezioni, dove Robbins sovrappone a un vocabolario tradizionale concetti provenienti dalla postmodern dance e costruisce schemi di movimento e ritmi visibili che traducono in architettura fisica le musiche di Philip Glass: Rubric e Façades (dall’album Glassworks), accanto a degli estratti dall’opera Akhnaten. Il risultato è un sofisticato linguaggio moderno che è allo stesso tempo ipnotico e carico di energia, quella di ben quarantadue ballerini in scena. Le scene sono dello stesso Robbins con Ronald Bates, i costumi di Ben Benson.
In the Nightviene creato da Robbins nel 1970 per il New York City Ballet. Tre diverse coppie di innamorati sono le protagoniste di questo elegante e raffinato balletto: una prima coppia è formata da giovani, una seconda da lirici e un’ultima da passionali amanti che s’incontrano sotto il cielo stellato di mezzanotte. I tre Pas de deux esprimono coreograficamente i diversi temperamenti delle tre coppie sulle note di tre Notturni di Frédéric Chopin. La prima coppia invade il palcoscenico con una danza fluida di tenera espressività; la seconda interpreta un duetto molto raffinato ed elegante; l’ultima esegue una danza d’impetuoso contrappunto, qui affidato alla grinta di Eleonora Abbagnato. Lei oscilla tra il furore esplosivo e la supplica disperata, e con il partner anima una disputa e una riconciliazione. Questo affascinante affresco delle peripezie amorose si conclude con una danza d’insieme di tutte le coppie. I costumi sono di Anthony Dowell che nel 1973 danza in maniera memorabile In the Night al Royal Ballet.
Robbins crea The Concert, The Perils of Everybodyper il New York City Ballet con il quale debutta il 6 marzo 1956 al City Center of Music and Drama di New York. Il balletto – particolarmente brillante, in un atto – ritrae i comportamenti di un pubblico che ascolta un concerto per pianoforte e affresca situazioni ricorrenti durante i concerti, innescando un crescendo di gag dalla forte componente umoristica. Il pianista suona Frédéric Chopin in scena: i suoi spettatori lo raggiungono, si portano una sedia e animano comicamente il concerto, esternando, con gesti e atteggiamenti, i comportamenti che li caratterizzano. C’è il ragazzo attento che siede in prima fila, le due donne che scartano caramelle e disturbano il ragazzo parlando in continuazione, la donna bella e sinuosa che ascolta languidamente il concerto appoggiandosi al pianoforte, la donna vigorosa dal forte temperamento, il marito premuroso succube della moglie dispotica, il timido occhialuto, il ritardatario che disturba i presenti, la maschera che chiede i biglietti e fa spostare gli spettatori da un posto all’altro. Le scene sono di Saul Steinberg e Edward Gorey, i costumi di Irene Sharaff.
Le luci della Serata Robbins sono di Jennifer Tipton. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Carlo Donadio.
Il Corsaro diJosé Carlos Martínez è una nuova creazione coreografica sulla produzione del Teatro dell’Opera di Roma con allestimento di Francesco Zito e luci di Vinicio Cheli. Il Corsaro è in scena al Teatro Costanzi dal 1 all’8 marzo. Anteprima giovani 28 febbraio. Il Corsaro dal momento della sua creazione è molto evoluto, ha conosciuto versioni differenti con spesso diverse aggiunte musicali. José Carlos Martínez per questa sua versione per il Teatro dell’Opera di Roma vuole tornare allo scenario originale facendone un balletto in due atti e alleggerendolo di tutte le aggiunte fatte nel tempo. L’idea non è quella di fare una ricostruzione storica, ma di tornare alle origini del Corsaro creando una nuova coreografia. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Alexei Baklan.
La formula del trittico, divenuta una consuetudine, si rinnova forte del successo ottenuto negli ultimi anni con tre capolavori Suite en blanc, Serenade e Bolerodi tre grandi maestriGeorge Balanchine, Serge Lifar e Krzysztof Pastor. Il Trittico Suite en blanc/Serenade/Boleroè in scena al Teatro Costanzi dal 6 al 10 maggio. Anteprima giovani il 5 maggio. La serata si apre con la poesia di Suite en blanc balletto non narrativo in un atto creato da Lifar nel 1943 per la compagnia dell’Opéra di Parigi. Il coreografo afferma che nel comporre questo capolavoro si è concentrato esclusivamente sulla danza pura, indipendentemente da ogni altra considerazione, animato dalla volontà di creare delle belle visioni. Il risultato è una successione di frammenti coreografici autonomi, tuttavia accomunati tra loro dal medesimo stile neoclassico. Eleonora Abbagnato balla l’Adage di Suite en blanc. Segue Serenade,primo balletto americano di Balanchine creato nel 1934 a partire da Serenata in do maggiore per orchestra d’archi dell’amato musicista Čajkovskij. Il balletto, una vera pietra miliare della storia della danza, senza trama si divide in quattro movimenti. Come Balanchine stesso disse nasce dal desiderio di “fare un balletto che non mostrasse quanto danzavano male” i suoi ballerini, ma come lui aggiunse in Serenade c’è la traccia di un uomo che incontra una donna, se ne prende cura, e di un destino che li allontana. La creazione nel tempo ha subito varie modifiche, ma la struttura generale è rimasta quella originale. I costumi sono di Barbara Karinska. Conclude la serata il Bolerodi Pastor creato nel 2012. Il Bolero occupa un posto speciale nella storia della musica e della danza. La prima produzione ballettistica di Bolero è di Bronislava Nijinska insieme a Ida Rubinstein che nel 1928 la presentano al pubblico parigino, ma quella che ha segnato la storia e che ancora oggi si pone come un’icona dell’arte del balletto è la leggendaria versione di Maurice Béjart. Pastor, consapevole del fatto che da sempre il Bolero è stato concepito “in cerchio” generalmente con un tavolo rotondo al centro del palcoscenico con un solista, donna o uomo, che danza su di esso e gli altri ballerini tutti intorno, e a conoscenza del desiderio di Ravel di rappresentarlo in uno spazio aperto con un’industria sullo sfondo, decide di usare un ampio spazio rettangolare. Da qui sviluppa la sua idea e affida l’esecuzione del suo Bolero a un uomo e a una donna, una coppia principale con un corpo di ballo che li ingloba e li rilascia. Interprete d’eccezione di questo Bolero èEleonora Abbagnato. Le scene e i costumi sono di Tatyana Van Walsum, le luci di Bert Dalhuysen. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Façal Karoui.
La stagione di balletto 2019 – 20 si conclude con un capolavoro dal titolo evocativo e tristemente attuale Notre-Dame de Parisdel coreografo francese Roland Petit, qui ripreso da Luigi Bonino Direttore Artistico del Repertorio Roland Petit. Notre-Dame de Paris è in scena dal 24 settembre al 1 ottobre. Anteprima giovani 23 settembre. Mentre Roland Petit – affascinato dalle vicende del Medioevo, epoca caratterizzata da una visione mistica del mondo, e spinto dal desiderio di modernizzarlo – pensa di realizzare un balletto a partire da Il monaco di Lewis, si ritrova a leggere il capolavoro di Victor Hugo, Notre-Dame de Paris e a riscrivere, seguendo la trama di Hugo, il libretto per l’omonimo balletto che nel 1965 debutta sul palcoscenico del Palais Garnier, Opéra di Parigi.
Notre-Dame de Paris di Roland Petit è un balletto d’azione in due atti ambientato nella Parigi del 1482 e come sempre è una creazione totale, uno spettacolo unico e originale fatto di danza, partiture musicali, scene e costumi che dialogano vivamente tra di loro aggiungendo qualcosa in più al tema originale. Si tratta di una collaborazione d’eccezione che riunisce artisti di grande personalità come lo stilista Yves Saint-Laurent, lo scenografo René Allio e il compositore Maurice Jarre. Il corpo di ballo è qui il popolo francese, un vero coprotagonista, un collante e un elemento di supporto per i personaggi principali. Esmeralda, Quasimodo, l’arcidiacono Frollo e il capitano Phoebus emergono, da questo corpus narrativo e coreografico dal forte impatto visivo ed emotivo, con potenza. Le loro intrigate vicissitudini danno vita a un vero dramma delle passioni dal quale svetta il protagonista assoluto, Quasimodo. Petit fa nascere questo personaggio dentro di sé e lo interpreta alla prima rappresentazione. Con Petit, Quasimodo perde la gobba e non è un mostro, ma un ragazzo complessato a causa delle conseguenze di un brutto incidente. In lui, come in Esmeralda considerata come una strega perché allevata dagli zingari, Petit vede delle persone rifiutate dalla società perché diverse: questo è il punto di partenza del suo balletto e della sua geniale opera di modernizzazione. Quasimodo è destinato alla rigenerazione ed è lui nell’ultima scena a portare la morta Esmeralda in un altrove dove anche i rifiutati trovano il riposo eterno. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma è diretta dal maestro Louis Lohraseb.
La stagione estiva alle Terme di Caracalla – Per la prossima stagione di Caracalla, oltre a numerosi Extra che saranno annunciati volta per volta nel corso dei prossimi mesi, ecco già da ora i titoli dei quattro spettacoli in programma. Torneranno l’Aida verdiana, diretta da Jordi Bernàcer con la regia di Denis Krief, che andrà in scena tra pochi giorni (a partire da giovedì 4 luglio) e Il barbiere di Sivigliacon la regia (2016) di Lorenzo Mariani e diretto da Stefano Montanari. Lo stesso direttore sarà sul podio anche per La vedova allegra di Franz Lehár allestita nel febbraio scorso con molto successo al Costanzi da Damiano Michieletto, e che sarà modificata dallo stesso regista per gli spazi più ampi di Caracalla. In scena ci sarà anche presentato un nuovo balletto, una serata Gershwin diretta da Gareth Valentine con le coreografie di Derek Deane, intitolata Strictly Gershwin.
La festa per la nascita della principessa Aurora viene interrotta da un boato: per non essere stata invitata, la malefica Carabosse getta una maledizione alla piccola. La dolce fata dei LilA’interviene per modificarla. La principessa non morira’ Sprofondera’ in in lungo sonno che avra’fine solo con il bacio di un giovane principe.
Questa la trama di questo splendido spettacolo – per grandi e piccoli – dei Russian Stars al Teatro Italia (Roma). Niente parole solo musica, danza,armonia di colori e di movimenti, leggerezza: emozioni! Belle coreografia e scenografia. Bravissimi tutti: primi ballerini e corpo di danza.Strepitosa Liudmila Titova -maestra e produttrice – loro capofila.Splendidi anche i cOstuni.
Arrivano per la prima volta in Italia i Russian Stars – stelle della danza classica russa che si aggiungono all’organico del Moscow State Classical Ballet, Olga Pavlova, Alexey Konkin, Sergei Skvortsov, Olga Doronina, Sergei Fedorkov – artisti formati e scelti da Liudmila Titova, che sarà la loro capofila e impreziosirà il cast con le sue performance.
Attualmente diretta da Liudmila Titova, la compagnia – con uno staff coreografico fra i migliori possibili – mira a far conoscere al mondo lo splendore della secolare tradizione russa nel balletto classico. E vi riescono!
Gran bello spettacolo questo : molto ad effetto soprattutto per le parti “esterne” all’aperto. Niente parole. Solo musica danza ed emozioni. Bravi tutti.Belle anche scenografia e coreografia.
CENERENTOLA del Balletto di Mosca – splendido balletto classico in 2 atti, basato sulla celebre fiaba di Charles Perrault, con musica di Sergey Prokofiev e libretto di Nicolai Volkov – è in scena al teatro Brancaccio il 9 e 10 dicembre.
Bravi tutti.Giovani e bravi: i protagonisti, e il corpo di ballo.Belli i costumi, la coreografia e i colori.
Nell’Atto I, la Fata Madrina promette a Cenerentola (cui matrigna e sorellastre impongono una vita di fatica e di miseria) il suo sogno di andare al ballo reale si avvererà! Come per magia tutta la cucina magicamente si trasforma in un giardino incantato e le Fate della stagione appaiono portando doni per aiutare Cenerentola a realizzare il suo sogno. La Fata Madrina avverte Cenerentola che allo scoccare della mezzanotte l’incantesimo svanirà e si ritroverà vestita nuovamente di stracci.
Nell’Atto II, tra il principe e Cenerentola (in tutto il suo splendore) è amore a prima vista. D’improvviso i rintocchi dell’orologio segnano la mezzanotte. Assalita dalla paura che l’incantesimo svanisca, senza nemmeno un addio, Cenrenotla scappa ma nella fretta inciampa e perde una delle sue scarpette di cristallo sui gradini del castello. Il principe la ritrova..
Nell’Atto III – Nel tentativo di trovare Cenerentola, il principe in preda alla disperazione decide di partire per cercare la sua amata. A casa di Cenerentola entrambe le sorellastre tentano invano di calzare la scarpetta di cristallo. Nel momento in cui Cenerentola prova la scarpetta la calza a pennello! Cenerentola e il suo bel principe sono finalmente riuniti …