LIOLA’ è una commedia che trae spunto dal quarto capitolo del “Fu Mattia Pascal” e dalla novella “La mosca”. E’ ambientata nella Sicilia dei primi anni ’40, in un contesto scenografico che ci riporta al borgo marinaro di Porto Empedocle, con le costruzioni di un bianco accecante incastonate nel paesaggio della scala dei Turchi, adiacente la casa natia di Pirandello. Gli anziani parlano con cadenze dialettali più accentuate rispetto al linguaggio italianizzato dei giovani.
“Questa commedia fa ridere ma non è gioconda – sottolinea il regista Francesco Bellomo – E’ allegra con cattiveria a spese di tutti. La revisione riguarda anche le caratteristiche dei personaggi. Liolà è un don Giovanni senza morale che scombussola l’apparentemente morigerata società in cui si muove. Zio Simone Palumbo diventa un commerciante di zolfo che governa le attività economiche del borgo, tentando di camuffare con le ricchezze, la sua impotenza. Accanto a lui, si muove uno spaccato di società dove attraverso intrighi, vendette incrociate, domina la brama di benessere materiale, che pervade gli altri personaggi. In particolare la Zia Croce e sua nipote Tuzza ma dalla quale non è immune la stessa Mita, che ha accettato spronata da sua Zia Gesa, di sposare il ricco Zio Simone per acquisire una solida posizione sociale.
“ Liolà – il trasgressore delle regole – è l’unico personaggio positivo, mentre gli altri sono interessati, egoisti e gretti. Un senso di giustizia lo induce a infrangere le regole della moralità comune, spontaneamente senza rendersene conto”.