Posts Tagged ‘TEATRO VERDI DI SALERNO’

TOSCA al Teatro Verdi (Salerno, 30 maggio – 2 giugno 2023)

Maggio 30, 2023
Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo. Al teatro Verdi di Salerno, con regia di Alfonso Signorini e direzione del maestro Daniel Oren –  torna in scena Tosca, immortale opera lirica del grande Giacomo Puccini (su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica) che – sin dai primi accordi – regala intense emozioni. Ricca di colpi di scena, Tosca tiene lo spettatore in costante tensione.  E il discorso musicale si evolve in modo altrettanto rapido, passando (con tutta la sua ricchezza di continui cambiamenti di colori, dinamiche e tempi)  da brevi incisi tematici spesso costruiti su armonie dissonanti, a melodie, e a sonorità che anticipano l’estetica dell’espressionismo musicale tedesco. La trama si svolge a Roma nell’atmosfera segnata dall’eco degli avvenimenti rivoluzionari in Francia, e dalla caduta della prima Repubblica Romana, dopo la battaglia di Marengo, Angelotti, bonapartista ed ex console della Repubblica Romana, fuggito dalla prigione trova rifugio nella Basilica di Sant’Andrea della Valle, dove la marchesa Attavanti, sua sorella, gli ha fatto trovare le chiavi della sua cappella.  Vi incontra il cavalier Mario Cavaradossi che nel suo quadro – nella figura di Maddalena – ha ritratto (a sua insaputa) la bella marchese.  Mentre preparano un piano di fuga, arriva Tosca, amante di Cavaradossi, che – visto il ritratto – fa una scenata di gelosia a Mario che, a fatica riesce a calmarla e congedarla. Tosca allontanatasi, Angelotti esce dal nascondiglio e riprende il dialogo con Mario che gli offre protezione, e decide di accompagnare Angelotti per coprirlo nella fuga. Portano con loro il travestimento femminile, dimenticando però il ventaglio nella cappella. La falsa notizia della vittoria delle truppe austriache su Napoleone a Marengo fa esplodere la gioia nel sagrestano. Ma improvvisamente sopraggiunge con i suoi scagnozzi il barone Scarpia, capo della polizia papalina che, sulle tracce di Angelotti, sospetta fortemente di Mario, anch’egli bonapartista. Trovato il ventaglio dimenticato da Angelotti, Scarpia cerca di coinvolgere Tosca, di cui è segretamente innamorato, ritornata in chiesa per informare l’amante che il loro progetto amoroso per la serata, era sfumato, in quanto chiamata a cantare a Palazzo Farnese per festeggiare l’avvenimento militare. Usando il ventaglio dimenticato, Scarpia suscita la morbosa gelosia di Tosca. Ed immagina con gioia feroce sia l’impiccagione di Cavaradossi che di avere Tosca fra le sue braccia. Furente Tosca, seguita dai gendarmi, li porta a sua insaputa fino alla villetta di Mario, in cui comprende il grave errore causato dalla sua gelosia. Gli sbirri perquisiscono a fondo la dimora. Ma non trovano Angelotti. Mario – arrestato e portato al cospetto di Scarpia – dopo il suo rifiuto di rivelare il nascondiglio di Angelotti è sottoposto a torture. Tosca – che poco prima aveva eseguito una cantata al piano superiore del Palazzo Farnese – viene convocata da Scarpia, il quale fa in modo che ella possa udire le urla di Mario. Stremata dalle grida dell’uomo amato, la cantante rivela a Scarpia il nascondiglio dell’evaso. Mario, condotto alla presenza di Scarpia, apprende del tradimento di Tosca e si rifiuta di abbracciarla. Intanto arriva un messo ad annunciare che la notizia della vittoria delle truppe austriache era falsa, e che invece è stato Napoleone a sconfiggere gli austriaci  a Marengo. Mario inneggia ad alta voce alla vittoria. E Scarpia lo condanna immediatamente a morte per impiccagione, facendolo condurre via.  Più tardi arriva anche la notizia che Angelotti si è suicidato all’arrivo degli sbirri. Scarpia ordina che il suo cadavere sia impiccato accanto a Cavaradossi. Disperata, Tosca chiede a Scarpia di accordare la grazia a Mario. Il barone acconsente solo a patto che lei gli si conceda. Anche se inorridita, Tosca gli dice che gli si concederà. Scarpia convoca quindi Spoletta e, con un gesto d’intesa, fa credere a Tosca che Cavaradossi sarà fintamente giustiziato mediante una fucilazione simulata, con fucili caricati a salve. Dopo aver scritto il salvacondotto che permetterà agli amanti di raggiungere Civitavecchi, Scarpia si avvicina a Tosca per riscuotere quanto pattuito, ma questa, che nel frattempo aveva preso un coltello dal tavolo, lo colpisce dritto al cuore e Scarpia muore. E  – preso il salvacondotto – scappa via. È l’alba. In lontananza un giovane pastore canta una malinconica canzone in romanesco. Sui bastioni di Castel Sant’Angelo, Mario – pronto a morire – inizia a scrivere un’ultima lettera d’amore alla sua amante, ma, sopraffatto dai ricordi, non riesce a terminarla. Arrivata inaspettatamente, Tosca gli spiega di essere stata costretta ad uccidere Scarpia. Mostrando il salvacondotto, lo informa della fucilazione simulata, e scherzando, gli raccomanda di fingere bene la morte. Mario però viene fucilato veramente. Tosca – sconvolta e inseguita dai poliziotti che hanno trovato il cadavere di Scarpia –  grida “O Scarpia, avanti a Dio!” E si getta dagli spalti del castello. https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0j2HwWy8ds3761bqxEzrYiwGwokio4zUpvHTnPm8qUY7ysm9RTRDVPbRpfbY6TrHUl&id=1141940195

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Il lago dei cigni al TeatroVerdi (Salerno 6-7 maggio 2023)

Maggio 4, 2023

Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.

Primo dei tre balletti di Čajkovskij, Il lago dei cigni, composto tra il 1875 e il 1876, è uno dei più famosi balletti del XIX secolo.  Modellata su diverse fiabe popolari – russe e tedesche – la trama del balletto narra la storia d’amore tra il Principe Siegfried e la bella Principessa Odette, trasformata in cigno da un maleficio del perfido stregone Rothbart.

Il principe Siegfried – di cui si festeggia il compleanno – al ballo del castello dovrà scegliersi una sposa. Intanto va a caccia. Sulle rive di un lago, a mezzanotte, è attratto da un bellissimo cigno che all’improvviso si trasforma nella principessa Odette, che gli rivela la maledizione che ha colpito lei e le sue amiche. Solo l’amore incondizionato di chi non ha mai giurato amore può sconfiggere l’incantesimo per cui possono riassumere sembianze umane solo di notte. Colpito dall’amore e dalla pietà per la bella Odette, Siegfried, sicuro della forza e della durata dei suoi sentimenti, decide di salvare Odette. La sua amata lo avverte che lo stregone, cercherà di fargli rompere il giuramento di fedeltà e che, se lo farà, sia lei che le sue amiche periranno.

Sta sorgendo l’alba. Le fanciulle devono trasformarsi di nuovo in cigni. Intanto il mago malvagio ha intercettato la conversazione di Odette e Siegfried.

Al ballo nel castello, il malvagio Rothbart porta con sé anche la figlia Odile, che assomiglia in modo impressionante a Odette.  Siegfried – convinto che questa è la sua Odette prescelta, la fanciulla-cigno –  dice alla madre che ha deciso di sposare la figlia di Rothbart. Quando capisce l’inganno si precipita verso il Lago dei Cigni.  Il malvagio stregone invoca gli elementi della natura contro gli innamorati.  Ma niente può spezzare il loro amore e separarli.  In un duello con Siegfried muore Rothbart. Odette e Siegfried, circondati dalle fanciulle, incontrano i primi raggi del sole sorgente.

La vita davanti a sè al teatro Verdi (Salerno, 23-25 marzo 2023)

marzo 17, 2023

Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo

La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani.

Commovente e attualissimo, il romanzo affronta, quindi, un importante tema tuttora all’ordine del giorno, e cioè, la convivenza tra culture religioni e stili di vita tra loro diversi.  E si conclude con delle parole  che – oggi più che mai – dovrebbero essere una bussola:  Bisogna voler bene.

Con naturalezza, il grande Silvio Orlando diventa quel bambino nel suo dramma.  Da qui…. un autentico capolavoro, caratterizzato da commozione e divertimento.

Il berretto a sonagli al Teatro Verdi di Salerno

marzo 1, 2023

Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.

Gran bello spettacolo quello in scena a Salerno. E sicuramente d’effetto le grandi ombre multimediali con cui inizia e si conclude.

Il berretto a sonagli (1916) e’una commedia del grande Luigi Pirandello (1867-1936). Il titolo si riferisce al berretto del buffone che – nello stesso tempo – diventa simbolo dello scorno pubblico a cui viene sottoposto il protagonista Ciampa e metafora dell’impossibilita’ di mostrare il proprio vero io alla collettività.

In estrema sintesi, questa la sua trama. Beatrice Fiorica viene a sapere dalla cosiddetta Saracena che suo marito il cavaliere Fiorica ha una tresca con Nina, giovane moglie del suo scrivano Ciampa. Dopo una sua denuncia che non dara’gli esiti da lei desiderati, Beatrice sara’indotta a farsi credere per un breve periodo “pazza da chiudere” per porre fine allo scandalo, ed evitare morti.

Come le dira’ Ciampa: e’ “per il suo bene! E lo sappiamo tutti qua che lei e’ pazza. E ora deve saperlo tutto il paese. Non ci vuole niente sa, signora mia non s’allarmi! Niente ci vuole a fare la pazza creda a me! Glielo insegno io come si fa. Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verita’. Nessuno ci crede,e tutti la prendono per pazza”.

Il berretto a sonagli – precisa Gabriele Lavia – “e’una tragedia della mente. Ma porta in faccia la maschera della farsa. Pirandello mette in scena uno di quegli uomini invisibili, senza importanza schiacciato nella morsa della vita e, poiche’ e’un niente e’ trattato come se fosse niente. E sul nostro palcoscenico “come trovati per caso”: un vecchio fondale “come se fosse abbandonato” e pochi elementi, “come relitti” di un salottino borghese e “per bene”, dove viene rappresentato un banale “pezzetto” di vita di una “famiglia perbene” che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere “per gli altri”, di fronte agli altri”.

E’proprio il “si dice” ad “essere” la stessa sostanza identitaria del proprio “io”. L’unica speranza e’la difesa dell’io.

Ma come difenderlo? Ciampa usa spranghe alle porte e catenacci. Ma e’ costretto a uscire ed esistere. E allora – precisa il regista – la “corda civile” e la “corda seria” non servono piu’. E’ la “corda pazza” che scatta. E scatta per tutti. Non si puo’ difendere il proprio io dagli attacchi del mondo. Non e’ possibile uscire dal mondo, uscire da noi stessi. Se lo facciamo siamo morti viventi”.

Interessante anche – dopo la prima – l’abituale appuntamento con pubblico e stampa (“Giu’ la maschera” coordinato dal giornalista Peppe Iannicelli) in cui il maestro Lavia, riferendosi alla poetica della sua messa in opera di un testo si e’ tra altro definito “infedelissimo nella fedelta’”.

Perche’mettere in scena Pirandello?

Normalmente – ha precisato Lavia (regista e interprete di Ciampa) – “non scelgo. Sono scelto. Giro per casa. Giro. Mi giro su me stesso. Punto un dito. E una volta deciso, mi chiedo: ‘perche’ questo testo?’. Il berretto a sonagli e’ un capolavoro della drammaturgia europea e, oserei dire, dell’impressionismo tedesco. Non a caso nel mio spettacolo uso le maschere. Pirandello ha studiato a Bonn e ha avuto rapporti con un teatro non fatto come veniva fatto in Italia. A differenza di Giovanni Verga (scrittore verista) e’ un impressionista. Fu molto colpito dal romanzo L’uomo che vendette la sua ombra. (1814) di Peter Schlemihl”.

“La dimensione ombra ‘ – ha precisato ancora Lavia – e’il nostro guaio. Il problema e’il corpo e non l’anima. Noi facciamo ombra. Siamo un corpo. E l’uomo e’condannato a rappresentarsi. Anche se cerca di esser naturale, nello stesso tempo, fatalmente per essenza si rappresenta. Ognuno, nel momento in cui si veste, ed esce di casa recita una parte”.

Il berretto a sonagli e’passato alla storia per le tre corde (la civile la seria e la pazza). Ma un ruolo importante vi assume la donna,vera e propria protagonista. Siamo davanti a un dramma amarissimo, e non una commedia. E’quasi una tragedia, che finisce con la morte civile di una donna, indotta a dichiararsi pazza perche’si e’permessa di contravvenire a una regola fondamentale della microsocieta’ – la famiglia – nella grande societa’. Il suo unico diritto e’quello di esser moglie di un altro. Come le fa notare il fratello dopo la sua denuncia non ha piu’uno status, non e’ne’moglie ne’vedova. Durante l’incontro, il regista ha enfatizzato anche questo aspetto.

Uomo e galantuomo al Teatro Verdi di Salerno (16-19 febbraio 2023)

febbraio 14, 2023

Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.

Questa commedia fu scritta da Eduardo, all’età di 22 anni, per il fratellastro Vincenzo Scarpetta e messa in scena nel 1924 con il titolo Ho fatto il guaio?Riparerò! Successivamente, il 23 febbraio 1933, fu rappresentata dalla compagnia di Eduardo “Teatro Umoristico I De Filippo” con il titolo definitivo di Uomo e galantuomo.

Opera corale estremamente importante nella produzione eduoardiana, si distacca dal teatro di Scarpetta, perché i suoi personaggi principali – come sottolineato da Geppy Gleijeses – “sono un’evoluzione di Sciosciammocca, a sua volta evoluzione di Pulcinella senza maschera!”. E – come precisato dagli attori – “è difficile da rappresentare perché parole e tempi comici sono scanditi da ritmi che seguono rigide regole matematiche”.

Sua protagonista è una scalcagnata compagnia teatrale scritturata per rappresentazioni in uno stabilimento balnerare.

Grazie al classico espediente della commedia degli equivoci è un vero e proprio teatro nel teatro.  Così, ci si trova immersi in una serie di episodi irresistibilmente divertenti (in particolare, la scena del suggeritore maldestro che, continuamente frainteso dagli attori, ne combina di tutti i colori) in cui intrecci amorosi si incrociano con finta pazzia per evitare galera e duelli.

In scena Geppy Gleijeses (allievo di Eduardo dal quale ricevette il permesso a rappresentare le sue opere) Lorenzo Gleijeses, e Ernesto Mahieux.  Al loro fianco altri valentissimi attori.  Il regista è Armando Pugliese che ha diretto più volte opere di Eduardo.

LA SIGNORA DEL MARTEDI al Teatro Verdi (Salerno, 2-5 febbraio 2023)

febbraio 1, 2023

Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.

La signora del martedi – in scena al Teatro Verdi di Salerno con regia di Pier Paolo Sepe, e interpretata da Giuliana De Sio con Alessandro Haber, e Paolo Sassanelli, Riccardo Festa e Paolo Persi – è un bello spettacolo, intrigante e sorprendente, che alternando ironia passione e disincanto mette in scena un’ora settimanale di sesso e sentimenti.

Nel secondo atto, vi si alternano vari generi (il thriller, il vaudeville, il noir).  Ci sono battute che sollecitano le risate degli spettatori. C’è ironia. Ci sono molte canzonette degli anni settanta che mirano a sciogliere un po’ la tensione. C’è il tango. Lo spettacolo si chiude con la protagonista che balla un tango.  

 La scena del mirabile tango finale – riflesso nello specchio – è splendida!

Nato dall’immaginazione di Massimo Carlotto, il testo – precisa bene il regista – “è intriso di torbida sensualità ma anche di dolcezza e di grazia, arricchito da un’ironia elegante e tagliente che produce leggerezza e sorriso. Uno stato di tensione, di trepidazione, attraversa tutto lo spettacolo e ci accompagna fino all’imprevedibile conclusione, lasciandoci senza fiato”.     

Questa la sua trama.   Una donna, Alfonsina Malacrida, detta Nanà, da nove anni, ogni martedì, tra le quindici e le sedici, va a comprarsi un’ora d’amore.  Lui, Bonamente Fanzago – ex porno e gigolò – è rimasto con quest’unica cliente: la signora del martedì.  Gli incontri avvengono presso una pensione il cui proprietario vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista.  Un giorno, in presenza di Nanà, alla porta di Bonamente, bussa Pietro Emilio Belli, giornalista di cronaca senza scrupoli.  Il suo articolo – da cui emerge il passato oscuro di Nanà – potrebbe distruggerla.  Bisogna agire…

Il 3 febbraio, nel foyer del teatro – nel contesto del ciclo di appuntamenti “Giù la maschera” – pubblico e stampa hanno avuto l’opportunità di discutere dello spettacolo con gli attori.  

“Nanà è un personaggio tragico – ha sottolineato Giuliana de Sio – Scrive racconti per bambini, forse per riscattare la sua tragica infanzia.  Da bambina è costretta a prostituirsi. E per farlo ascolta musica di tango. Poi viene accusata di omicidi, e pur essendo innocente si fa 20 anni di carcere”.    E’ un personaggio in evoluzione che si trasforma.

Nel primo atto, De Sio indossa una maschera, una corazza per non lasciare trapelar niente di sé.  Poi, nel secondo atto, pressata dalle domande di un sedicente giornalista (che è stato suo cliente e che avrebbe voluto vivere con lei) il suo personaggio si sfalda. E lei inizia a raccontare la sua storia, a partire dalla sua infanzia tragica. E, se nel primo atto si esprime con un linguaggio quasi forbito, nel secondo atto il suo linguaggio cambia, e si impoverisce sempre più. 

E anche gli altri personaggi (il sedicente giornalista, la tenutaria dell’albergo in cui si svolge l’azione che è un uomo che si veste da donna, l’attore di film porno) si trasformano e –  tirando giù la maschera – si rivelano per ciò che sono.  


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NUDA al Teatro Verdi (Salerno, 19 gennaio -21 gennaio)

gennaio 19, 2023

Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.

19 gennaio -21 gennaio 2023: al Teatro municipale “Giuseppe Verdi “di Salerno sarà in scena NUDA, uno spettacolo luminoso ed acrobatico, nello stile inconfondibile di Daniele Finzi Pasca, autore di un omonimo romanzo e (tra l’altro) di alcuni spettacoli del Cirque du Soleil.    

Due gemelle si toccano, si sfiorano, si calpestano, e si riscoprono in un abbraccio gioioso e libero.

Cinque straordinari artisti interpretano un gioco acrobatico e teatrale, vero vortice di emozioni – scandite da un potente universo sonoro, luci e acrobazie – in cui profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso.  Interpretano uno spettacolo, magico e surreale, in cui si sposano, in assoluta armonia, potenza teatrale e una narrazione poetica dal sapore onirico, teatro fisico e danza aerea.