L’United West, divided from the rest – policy brief dell’ECFR (European Council on Foreign Relations ) a cura di Timothy Garton Ash, Ivan Krastev e Mark Leonard – rivela una netta divisione tra Occidente e resto del mondo su Ucraina, democrazia e futuro ordine globale. Basandosi sui dati di sondaggi svolti in dieci Paesi europei, incluso il Regno Unito, e in Cina, India, Turchia, Russia, e USA (i Paesi ‘CITRUS’, per utilizzare l’acronimo coniato dall’Università di Oxford) – a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina – rileva che gli Stati Uniti e gli alleati europei hanno riacquistato un ruolo preminente sulla scena globale, ma il divario tra la loro prospettiva e quella del resto del mondo si è ampliato.
Cosa, questa, a mio avviso, evidente anche se si tiene conto della Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che chiede il ritiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina, nel febbraio 2023, adottata con141 voti a favore, 32 astenuti e 7 voti contrari.
Questi i Paesi che si sono astenuti: Algeria, Angola, Armenia, Bangladesh, Bolivia, Burundi, Central African Republic, Cina, Congo, Cuba, El Salvador, Ethiopia, Gabon, Guinea, India, Iran (islam), Kazakhstan, Kyrgyzstan, Lao PDR, Mongolia, Monzabique, Namibia, Pakistan, South Africa, Sri Lanka, Sudan, Tajikistan, Togo, Uganda, Uzbekistan, Vietnam, Zimbabwe
E questi i Paesi che hanno votato contro: Belarus, Dem PR of Korea, Eritrea, Mali, Nicaragua, Russian Federation, Syrian Arab Republic
Da notare che la Risoluzione adottata dalle NU non contiene la proposta di istituire un Tribunale penale internazionale per i crimini di guerra (uno dei 10 punti del piano di pace dell’Ucraina).
La Russia si ritrova – in pessima compagnia – con Paesi molto poco attenti al rispetto dei diritti umani fondamentali. La Cina sta preparando un Piano di pace. Come l’India – ancora una volta – si e’ astenuta. E resta da vedere se riuscira’a fare prevalere gli interessi collettivi e a mettere in moto un ingranaggio positivo.
E L’Unione europea? Come precisato dall’alto rappresentante per la politica estera Timmermans, l’UE auspica una pace giusta al piu’presto e supportera’ l’Ucraina affinche’ diventi un prospero paese dell’Unione. I 27 hanno ribadito che saranno con l’Ucraina fino a quando sara’necessario e che la supporteranno anche tramite appalti comuni eurppeo per produrre armi.
In Occidente dominano quello che i ricercatori chiamano ‘il partito della giustizia” e l’obiettivo di una vittoria – In Europa, la guerra in Ucraina è vista come un attacco all’intero continente, e non solo a un Paese vicino. Lo si evince – tra altro – dal forte sostegno pubblico alle sanzioni dell’UE, e dalle nette maggioranze favorevoli alla messa al bando dell’energia russa.
L’opinione prevalente è che l’Ucraina debba riconquistare tutto il suo territorio, anche a costo di un conflitto prolungato. A un anno di distanza dallo scoppio del conflitto dal sondaggio emerge che «l’Occidente ne esce più unito che mai sull’obiettivo di vincere la guerra”. Ma – secondo Mark Leonard – questo obiettivo diventa sempre meno influente a livello globale.
Secondo Ivan Krastev, «nell’Ue e negli Stati Uniti consideriamo l’aggressione russa come un’eccezione, perché ci consideriamo eccezionali noi. Per gli altri è semplicemente un’ennesima guerra» e non un’eccezione. E, mentre l’opinione pubblica occidentale vede il futuro come una competizione bipolare tra USA e Cina, gli altri immaginano uno scenario sempre più frammentato. E per paesi come l’India questa guerra rappresenta paradossalmente un’opportunità per conquistare spazio di manovra.
Ecco perché secondo Timothy Garton Ash, «il principale errore strategico che l’UE possa fare è rivolgersi a un generico Sud globale invece di fare piani di azione diversi per ogni attore». Inoltre, malgrado l’apparente compattezza del blocco occidentale, esistono sfumature differenti all’interno della stessa UE. Secondo Krastev «noi Europei abbiamo gli stessi sogni, ma diversi incubi». Garton Ash, Krastev e Leonard sono concordi nel pensare che l’Occidente dovrà affrontare ostacoli sempre maggiori nel confronto con le potenze emergenti.
I Paesi non occidentali vorrebbero che la guerra finisca il prima possibile, anche se questo vuol dire che l’Ucraina debba cedere parte del proprio territorio alla Russia. Ben due terzi degli intervistati ritengono che la Russia continui a svolgere un ruolo centrale sulla scena globale, nonostante il conflitto, e i cinesi e i turchi considerano Mosca un “alleato” e un “partner” strategico del loro Paese.
Molti credono che il sostegno degli Stati Uniti e dell’Europa all’Ucraina sia finalizzato esclusivamente alla “difesa del dominio occidentale”.
E c’è una certa (e meglio sarebbe dire forte) sottovalutazione della democrazia. In Cina, più di tre quarti (77%) degli intervistati ritiene che il proprio Paese sia una “vera democrazia”, superiore ai modelli politici di Stati Uniti ed Europa. Allo stesso modo, in India (57%) e Turchia (36%), la maggioranza crede che il proprio modello democratico funzioni meglio di quelli degli altri Paesi.