Archive for the ‘Il futuro dell’Europa’ Category

La Conferenza sul futuro dell’Europa è giunta a termine E ora?

Maggio 17, 2022

Il 9 maggio 2022, la Conferenza sul futuro dell’Europa ha concluso i suoi lavori.   E ora?   Già nel mio ultimo libro – L’Unione europea Origini presente Prospettive future Edizioni SIMPLE agosto 2021 – mi sono soffermata sui possibili scenari del dopo Conferenza, scrivendo:

“1. Dalla Conferenza potrebbe uscire una forte richiesta di rendere permanenti gli strumenti ora temporanei del Next Generation EU, di avere una Politica fiscale comune e Titoli europei, di superare il Patto di stabilità, di superare il voto all’unanimità, di più Europa sociale, di più sicurezza e di un esercito europeo, di una politica migratoria comune ecc.  In questo caso, ci sarà poi da definire cosa fare. Ricorrere al metodo dell’Integrazione differenziata (..)?   Avviare nuove Cooperazioni rafforzate?  Bastano nove Paesi.   Elaborare un nuovo Trattato?   Con quale metodo? E per quanti/quali Paesi?

Se non sarà possibile arrivare a un accordo sull’opportunità di una modifica del Trattato di Lisbona, andranno esplorate altre possibili alternative per poter comunque procedere a una riforma del Trattato? Per esempio, per aggirare la regola dell’accordo unanime, gli Stati che intendono modificare più profondamente il Trattato di Lisbona potrebbero recedere dallo stesso sulla base dell’attuale art.50 (già utulizzato dal RU) e concludere un nuovo Trattato sottoposto a regole diverse di firma e di ratifica (per esempio a maggioranza qualificata invece dell’unanimità).

2.   Dalla Conferenza potrebbe venire la richiesta – forte ed esplicita – di una Riforma del Trattato di Lisbona, e delle istituzioni dell’Unione.  Anche in questo caso ci sarà da precisare, sia cosa cambiare, sia come procedere. 

 Adottare il Metodo – già usato per il Progetto Spinelli (1984) – di un nuovo Trattato, elaborato dal Parlamento europeo, e da sottoporre direttamente alla ratifica dei Parlamenti nazionali?  Decidere di procedere alla convocazione di una Conferenza intergovernativa (CIG) – tipo la CIG che ha poi prodotto il Trattato di Lisbona – sulla base di un chiaro Mandato? Decidere la convocazione di una Convenzione (tipo quella che ha varato la Carta europea dei diritti fondamentali)?

3.  Dalla Conferenza potrebbe venire la richiesta di lasciare tutto come oggi, o di fare passi all’indietro. Questa ipotesi è quella che mi pare la meno probabile, se non ci farà un uso scorretto della Piattaforma.

Da notare anche che (…) non si potrà andar lontano nel processo di completamento del Progetto europeo, senza una vera e propria strategia anche di alleanze”.

Ciò detto, cosa sta emergendo attualmente?

Il Parlamento europeo, una settimana prima della sua chiusura, ha approvato una Risoluzione per il proseguimento dei lavori della Conferenza, attraverso la convocazione di una Convenzione in grado di attivare la procedura per la revisione dei Trattati europei (come previsto dall’articolo 48 del Trattato dell’Unione Europea).   La Risoluzione richiama anche utili novità presenti nelle Conclusioni della Conferenza, quali: la necessità di abolire il voto all’unanimità nel Consiglio, la completa attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, l’inserimento di un Protocollo sul progresso sociale che garantisca la completa legittimità dei diritti sociali nei confronti delle libertà economiche, l’adozione di un modello di crescita inclusivo e resiliente basato su investimenti per la transizione verde e digitale.

Nel Consiglio del giugno 2022 – dove saranno discusse le conclusioni della Conferenza – si preannuncia oramai un braccio di ferro tra i Paesi che appoggeranno la Risoluzione del Parlamento europeo e i Paesi che sono per non procedere ad alcuna modifica dei Trattati (v. “non paper” di Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Slovenia e Svezia, appoggiato da Polonia e Ungheria).

Inoltre – dinanzi al pericolo di un blocco del processo di rinnovamento e approfondimento dell’Unione (v. il rifiuto di alcuni Paesi, nel 2004, di ratifica del progetto di Costituzione) – alcuni Paesi sottolineano l’opportunità di procedere piuttosto verso nuove Cooperazioni Rafforzate. Il che significa che alcuni Stati membri dell’UE procedano (attraverso vincoli di cooperazione più approfondita) lasciando agli altri Stati membri dell’Unione la possibilità di aderire al progetto successivamente. È la formula già adottata (ad esempio per l’Euro) grazie all’approccio Europa a geometria variabile / Europa a integrazione differenziata.

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Recensioni e Commenti sul mio ultimo libro – E Interviste

novembre 21, 2021

 

QUI DI SEGUITO – dopo una mia breva Presentazione di questo mio ultimo libro L’Unione Europea Origini Presente Prospettive future Edizioni SIMPLE 2021 –  commenti e recensioni  di professori, giornalisti, esperti, dirigenti sindacali, ecc.   Il volume e’ acquistabile dall’editore(SIMPLE) e sui principali bookshop on line, e in alcune librerie fisiche quali -a Roma- la Libreria Minerva a Piazza Fiume e la Libreria Mondadori in via Piave. (more…)

INTERVISTE di Silvana Paruolo per il suo nuovo libro L’Europa è il futuro Edizioni SIMPLE 2021

febbraio 18, 2021

Tutte le interviste che seguono sono state da me realizzate tra fine marzo – fine aprile del 2019, cioè durante la campagna elettorale per l’elezione del nuovo Parlamento europeo, ora in carica.

 Interviste di Silvana Paruolo a:

David Sassoli (allora Vice-presidente uscente, ora Presidente del Parlamento europeo)

Antonio Tajani (allora Presidente uscente del Parlamento europeo, ora europarlamentare)

Roberto Gualtieri (allora Europarlamentare, poi Ministro italiano dello sviluppo economico)

Elena Gentile (Europarlamentare uscente)

Prof. Pier Carlo Padoan (ex-ministro dell’economia e delle finanze)

Sandro Gozi (Europarlamentare post-Brexit)

Monica Frassoni (Co-presidente del PEV)

Luca Iacoboni (Greenpeace)

Maria Grazia Midulla (WWW-Italia)

Edoardo Zanchini (Legambiente)

Stefania Valentini (Federpesca)

Franco Andaloro (Stazione zoologica di NA, Anton Dohrn)

Plinio Conte (Osservatorio nazionale della pesca)

 Le ho realizzate pensando di inserirle nel mio nuovo libro.  Ma successivamente – per non rendere questo volume troppo voluminoso – ho deciso di renderle leggibili in questo mio BLOG, dandone il LINK nel mio libro L’Europa è il futuro Edizioni SIMPLE 2021.

Buona Lettura!

Ue:l’ultimo storico consiglio europeo (luglio 2030) e le priorita’del PE

luglio 29, 2020

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Quello che segue e’il link di un mio articolo pubblicato da Europa in Movimento.

http://www.europainmovimento.eu/europa/l-accordo-storico-del-consiglio-europeo-17-20-luglio2020-e-la-reazione-del-parlamento-europeo.html

CIME: “Ci eravamo tanto amati Italia e Europa.. e ora?”- Tavola rotonda e Assemblea del 16 novembre 2018

dicembre 13, 2018

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I.         L’Assemblea CIME del 16 novembre 2018 è stata preceduta dalla Tavola rotonda “ Ci eravamo tanto amati Italia Europa .. e ora?” – promossa dall’On. Casini – e coordinata dal giornalista francese (Liberation) Eric Jozsef. In estrema sintesi,  qui di seguito, alcuni punti emersi nel corso di questi lavori. Per l’On. Casini, il sovranismo non porterà a nulla. Bisogna riproporre il progetto europeo. Chi cerca di cavalcare il sovranismo (nostri vicini o lontani) è chi ha interesse a indebolire l’Europa. L’unico modo per essere nel mondo è essere uniti.   Per  Beatrice Covassi (Capo della Rappresentanza della Commissione europea a Roma) occorre uscire dalla logica contabile e riempire lo spazio della paura con altro: una politica comune di difesa, il pilastro sociale, la politica estera a maggioranza qualificata, sostenibilità sociale ambientale e economica. Ed essere faro dei diritti umani nel mondo.   Per Bianchi (Università pegaso) è tempo di aprire la discussione sull’Europa.    Per la senatrice Emma Bonino oramai il vero scontro non è più tra destra e sinistra, ma tra sovranisti ed europeisti. Qualcosa ha fatto l’UE: il roming, gli accordi commerciali, Erasmus ecc. Ma il bilancio è troppo ristretto. E quella che non funziona è l’Europa inter-governativa, e la vocazione nazionalista dei capi di stato e di governo. Siamo a metà del guado. O l’Europa riesce ad arrivare sull’altra sponda. O affonda: ma a nuoto non si va lontano. Bisogna andare avanti, e non tornare indietro.
Per   Bentivogli  (FIM- Cisl) il mondo dl lavoro è quello in cui il patriottismo si scarica in modo peggiore Ai lavoratori bisogna spiegare cosa accade se si lascia L’UE. L”Europa è utile.   Guerra (Università di Modena e Reggio Emilia) si è soffermata su questioni finanziarie.  Realacci (Pres. Symbola) ha sottolineato la buona performance dell’Italia nel campo dell’economia circolare. Roventini (Scuola superiore Sant’Anna di Pisa) ha informato di un Progetto europeo che vede economisti di numerosi paesi membri riflettere sul futuro dell’UE.  Per Sandro Gozi bisogna riprendere il controllo della situazione. E serve solidarietà non perché buoni, ma perché i problemi dei vicini diventano problemi nostri. In vista delle prossime elezioni politiche, bisogna focalizzare 4-5 punti. E dar vita a una nuova alleanza federalista europea.
Da parte sua Pier Virgilio Dastoli  ha  individuato 3 forze nei paesi:  i sovranisti, quelli che sostengono l’Europa così com’è oggi, e chi auspica l’Unione federale. In altri termini, ci sono gli immobilisti, gli innovatori, e la palude.

II – ASSEMBLEA CIME (16 novembre 2018)   –  Per ulteriori approfondimenti, rinvio a http://www.movimentoeuropeo.it .  Sulla base delle nuove designazioni – la Rappresentanza CGIL al Movimento europeo – Italia è costituita da:

Monica Ceremigna (che sostituisce Carlo Parietti)
Salvatore Marra
Stefano Palmieri
Silvana Paruolo

Marra entra a far parte anche del Consiglio di Presidenza.

Nel corso dell’Assemblea del 16 novembre, Pier Virgilio Dastoli è stato rieletto Presidente del Movimento europeo Italia.

All’Assemblea – dopo un intervento di Carmelo cedrone – il momento più critico, e dibattuto, è stata la votazione dei membri del Consiglio di Presidenza. Messa ai voti, la lista proposta dalla Presidenza uscente ha ricevuto la maggioranza.   Personalmente – esercitando il mio diritto di voto – in questo in questo voto io mi sono astenuta perché la presenza di solo 4 donne su 14 mi pare segno evidente di uno squilibrio di genere (6 se si tiene conto anche delle due Vice-presidenti) .  L’Unione europea è da sempre molto attiva – e all’avanguardia – in questo campo. A maggior ragione dovrebbe esserlo anche il Movimento europeo. Il Presidente ha successivamente spiegato che lo squilibrio di genere – oggi nettamente  inferiore rispetto a ieri – è frutto delle designazioni delle organizzazioni aderenti.

Comunque – è stato anche deciso – la questione della composizione del Consiglio di presidenza sarà oggetto di ulteriore esame del prossimo Consiglio di Presidenza e della prossima Assemblea, nel gennaio 2019.

Circa il dibattito politico – centrato su una bozza di Dichiarazione dell’Assemblea – da molti è stato ribadito che quella che non funziona è l’Europa intergovernativa! La maggioranza degli interventi – tra cui quelli di Ponzano e Cangelosi – si è detta favorevole all’ipotesi che il processo d’integrazione può andare avanti anche con meno di 27 paesi; e d’accordo – quindi – all’ipotesi di un Gruppo pioniere, con prospettiva federale, concentrato su obiettivi specifici (unione sociale ecc.).
Come definire questo nucleo duro? Stato federale? No. Forse, si potrebbe scegliere tra: una compiuta Federazione europea, e una Comunità federale.  Messe ai voti, l’opzione più votata è stata la seconda.
Per quanto mi riguarda – nel mio intervento – ho ricordato che non si parte da zero, che l’UE non è solo la tanto odiata austerità, e che bisogna fare di più, e meglio.
Ed ho affermato che – nella Dichiarazione dell’Assemblea (benché la necessaria sintesi non aiuti!) – avrei voluto ritrovare questi concetti: l’implementazione del Pilastro europeo dei diritti sociali (preceduto dalla Carta dei diritti fondamenti e – prima ancora – nel 1989 dalla Carta dei diritti dei lavoratori); più investimenti in infrastrutture sociali (ospedali, scuole ecc.) e materiali e immateriali; una Strategia industriale europea; una Politica estera di sicurezza e di difesa (ivi incluso un esercito europeo); una convergenza salariale verso l’alto, considerando gli attuali gap tra generazioni, all’interno dei paesi e tra paesi diversi ; e – considerando Cina, Trump, Putin e altre potenze emergenti – un ruolo europeo di intermediazione, a garanzia di pace e rispetto dei diritti umani, in Europa e nel resto del mondo.
Altri interventi hanno rievocato l’urgenza di più investimenti, la Carta dei diritti, accordi commerciali. Qualcuno ha anche sostenuto che serve meno Europa.

UE: la Commissione europea presenta le sue proposte per il quadro finanziario 2021-2027

Maggio 3, 2018
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La Commissione europea ha presentato le sue proposte per il bilancio dell’Ue per il periodo 2021-2027: c‘è anche da riempire il buco lasciato aperto da Brexit (15md di euro per anno). Propone  di individuare risorse proprie dell’UE – anche se manca ancora una tassa per i colossi del web – con una tassa sulla plastica (80 centesimi al chilo), una sullo scambio dei certificati per le emissioni di C02 e con una revisione dell’IVA e delle tasse sulle imprese… per portare il bilancio Ue dall’1% del Pil continentale (1.000 miliardi) all’1,11%..  Non c’è nessun cenno a emissione di Titoli UE, per raccogliere – con un piccolo debito pubblico europeo – denari sul mercato, da destinare a investimenti. E la vaghezza sulle eurotasse è notevole.
La Commissione propone un aumento di fondi per ricerca, sviluppo sostenibile (LIFE), Pmi, Erasmus e le nuove priorità sull’immigrazione, sulla sicurezza e sulla difesa.  E ancora – altra novità – propone un Fondo per aiutare le riforme nazionali (25 miliardi) e un Fondo (30 miliardi) per sostenere gli investimenti in caso di crisi; e 15,2 miliardi per promuovere 650 miliardi di investimenti grazie a privati e governi. 
Ma….. purtroppo …  propone anche  un taglio (intorno al 7%) delle risorse per la coesione (principale politica per investimenti dell’UE) e per l’agricoltura. Al di là delle sue difficoltà di spesa,  per l’Italia, i fondi destinati alle regioni meno favorite (come il Mezzogiorno) e all’agricoltura – ad oggi – sono le due fonti primarie di finanziamenti UE.

C’è poi il capitolo della condizionalità per i paesi dell’Est (Polonia e Ungheria in particolare) che prevede di legare i fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto: chi non lo farà perderà finanziamenti. La condizionalità legata al rispetto delle regole sui conti e riforme è invece rinviata a un altro documento.   Roma e Berlino chiedevano – guardando a Visegrad – il taglio di risorse per chi non ospita i rifugiati.   Buxelles  ha invece inserito l’integrazione tra i criteri (insieme a Pil e disoccupazione) per stabilire le percentuali di fondi che andranno ai singoli paesi.

Adesso la parola passa agli Stati membri e al Parlamento europeo (PE) che – sulla base della proposta della Commissione – inizieranno i negoziati che porteranno alla formulazione finale del bilancio post – 2020.  La Germania si è già dichiarata disponibile a pagare di più ma vuole “maggiore equità”.  Francia (“gli aiuti diretti agli agricoltori sono essenziali”) e Italia lamentano il taglio per la politica agricola.  Danimarca Svezia Olanda e Austria non vogliono versare più soldi all’UE. I paesi dell’Est sono già sulle barricate perché temono un taglio dei fondi strutturali.  Da parte loro, Roma e Berlino vedono nel bilancio UE ( e la minaccia di tagliare i fondi UE) l’occasione per spingere gli antieuropeisti della Mitteleuropa nera – e i paesi del quartetto di Visegrad (Polonia Repubblica ceca Slovacchia e Ungheria) – ad accettare una maggiore solidarietà sui migranti; e che l’Europa conceda maggiori risorse (a Italia e Grecia) per affrontare l’emergenza migranti.

Il Gruppo S&D (Socialisti & Democratici) del PE ha già annunciato che si batterà , insieme alle regioni ed enti locali, per limitare i tagli e rilanciare una politica di coesione moderna, efficace e per tutte le regioni, e anche per un bilancio adeguato per l’agricoltura del futuro. 

Inoltre resta da vedere se le proposte sul tavolo sono sufficienti – ed adeguate – anche per garantire un’attuazione effettiva del Pilastro europeo dei diritti sociali.  Ed è evidente che per il paese Italia sarebbe cosa utile avere al più presto un governo autorevole ai tavoli del negoziato UE.

Non saranno inutili anche delle precisazioni sul riassetto dell’eurozona, incardinato sul Pacchetto di misure presentate dalla Commissione nel dicembre 2017 (di ben dubbia sintonia con gli interessi italiani). La Direttiva proposta affievolirebbe le sensate deroghe alla severa disciplina sui conti pubblici (v. il Fiscal Compact). E non prevede alcuna regola per scongiurare squilibri – dannosi –  quale il prolungati surplus commerciali nel mercato unico, a vantaggio di alcuni Paesi.

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Ue e coesione: i possibili scenari del post-2020

novembre 25, 2017

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Ue e coesione: quali possibili scenari per il post-2020?

Mi ci soffermo in questo mio articolo pubblicato da Europa in movimento.

http://europainmovimento.eu/europa/unione-europea-e-coesione-quali-possibili-scenari.html2017-11-27 10.14.19

UE , digitalizzazione e politica industriale dal G7 di Torino al vertice digitale di Tallin

ottobre 18, 2017

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Quasi nel corso degli stessi giorni – nel corso del settembre 2017 – ci sono stati, a Torino, il G7 e, a Tallin, il Vertice sulla digitalizzazione che ha riunito i capi di Stato e di governo di 25 Stati membri dell’Unione europea (prima riunione dei dirigenti UE su questioni collegate al digitale). Visto che tra due eventi non mancano di certo problematiche di comune interesse, in questo articolo – pubblicato in Europa in movimento – mi è parso cosa utile soffermarmi su entrambi, allargando l’orizzonte anche ad altre Comunicazioni, Dichiarazioni e Decisioni UE – attinenti in particolare la digitalizzazione (ma anche la rinnovata strategia di politica industriale europea) – d’interesse rilevante per questi stessi temi.

http://www.europainmovimento.eu/europa/digitalizzazione-e-nuova-strategia-di-politica-industriale-dal-g7-di-torino-al-vertice-ue-di-tallin.html

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MIGRANTI: ultimatun italiano all’UE

giugno 30, 2017

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L’Italia minaccia il blocco dei propri porti. Mi ci soffermo in questo articolo in il Giornale dei comuni.

http://www.gdc.ancitel.it/migranti-blocco-dei-porti-italiani-se-lue-non-da-risposte-allemergenza/

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UE: varato il documento di riflessione sulla difesa europea

giugno 16, 2017

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Il 5 giugno 2017, la Commissione europea ha varato il suo Documento di riflessione sul futuro della difesa europea: quarto dei 5 documenti di riflessione annunciati nel Libro bianco sul futuro dell’Europa. Gli altri – già varati – hanno riguardato la dimensione sociale (26 aprile 2017), la gestione della globalizzazione (10 maggio 2017), l’approfondimento dell’Unione economica e monetaria (31 maggio 2017). Il documento sul futuro delle finanze dell’UE è invece previsto per fine giugno 2017.

Dopo il fallimento della CED, la difesa è stata lungo un tema tabù: il che ha contribuito all’affermarsi di alcune specificità europee. Su questo ed altro mi soffermo in questo articolo pubblicato da il Giornale dei comuni.

http://www.gdc.ancitel.it/ue-varato-il-documento-di-riflessione-sul-futuro-della-difesa-europea/

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