
Oggi – in Europa – si laureano più donne che uomini ma, per lo stesso lavoro, le donne continuano a guadagnare in media il 16% in meno degli uomini. E non sono rappresentate in modo paritario a livello decisionale. Oggi nell’Unione europea, a livello nazionale, il 24% dei parlamentari sono donne. Le donne rappresentano solo il 29% degli imprenditori. E – nelle più grandi imprese – il 5% di amministratrici delegate.
Molto resta da fare – da noi, e soprattutto oltre i confini Ue – per una vera parità di diritti. E resta vero quanto ben precisato da Simone de Beauvoir: “Non scordatevi che basta una crisi politica, economica e religiosa perché i diritti delle donne siamo rimessi in questione. Questi diritti non sono mai acquisiti una volta per tutte. Dovete restare vigili durante la vostra vita”.
Ma perché questa celebrazione dell’8 marzo?
Il significato della Festa della Donna ha radici storiche che si riferiscono a un evento doloroso.
Nel lontano 1908, a New York, 129 operaie dell’industria tessile “Cotton” scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. La ribellione si protrasse per alcuni giorni finché, l’8 marzo, il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire dallo stabilimento. Ci fu un incendio doloso e le 129 operaie prigioniere all’interno dello stabilimento morirono arse dalle fiamme. Da allora, l’8 marzo è stata proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne. La commemorazione – americana – delle vittime è stata poi accolta in tutto il mondo come la giornata simbolo del riscatto femminile. L’iniziativa di celebrare la giornata internazionale della donna fu presa per la prima volta nel 1910 da Clara Zetkin a Copenaghen durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste. La scelta di utilizzare la mimosa come simbolo della festa della donna risale al 1946, quando le organizzatrici delle celebrazioni romane cercavano un fiore di stagione a buon prezzo.