Archive for the ‘UE sicurezza e difesa’ Category
novembre 21, 2021
QUI DI SEGUITO – dopo una mia breva Presentazione di questo mio ultimo libro L’Unione Europea Origini Presente Prospettive future Edizioni SIMPLE 2021 – commenti e recensioni di professori, giornalisti, esperti, dirigenti sindacali, ecc. Il volume e’ acquistabile dall’editore(SIMPLE) e sui principali bookshop on line, e in alcune librerie fisiche quali -a Roma- la Libreria Minerva a Piazza Fiume e la Libreria Mondadori in via Piave. (more…)
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Maggio 9, 2018
Nuovo dilemma per l’Europa: il presidente degli USA – D. Trump – straccia l’accordo sul nucleare con l’Iran ( voluto dal presidente Barack Obama, sostenuto dall’UE, firmato, tra altri, da Francia Germania e Inghilterra). E minaccia nuove sanzioni anche per paesi terzi che dovessero normalizzare i propri rapporti con l’Iran. Cina e Russia sono altri firmatari di questo accordo, Cina e India sono i due maggiori importatori di petrolio iraniano.
La Cina sottolinea che la mossa di Trump è come aprire “un vaso di Pandora” e rappresenta “un nuovo assalto al multilateralismo globale” da parte di Washington. E anche da Ankara arrivano parole molto critiche su Trump.
Ci sarà uno scivolamento dell’Iran verso l’Oriente? Teheran guarderà a Pechino e New Delhi a Mosca?
Dopo lo strappo unilaterale degli USA – l’Iran non resterà nel JCPOA (il piano d’azione globale congiunto) senza “garanzie solide” da parte dell’Europa. Lo ha dichiarato l’ayatollah Ali Khamenei, all’indomani dell’annuncio del presidente Usa Donald Trump di rompere l’intesa sul nucleare e reintrodurre le sanzioni economiche.
Nel Parlamento di Teheran riecheggiano le parole “morte all’America” e alcuni parlamentari hanno dato fuoco a una bandiera a stelle e strisce. Il presidente del Parlamento Ali Larijani ha definito “bullismo” il ritiro degli Usa. Ed ha sottolineato che il Paese riceverà dall’Iran una risposta che rimpiangeranno. “L’Ue e altri partner dell’accordo nucleare sono ora responsabili di salvare l’accordo”, ha sottolineato. “Questa è una finestra attraverso la quale l’Ue può dimostrare se ha abbastanza peso per risolvere problemi internazionali o no”, ha aggiunto Larijani.
L’UE (offrendo una sponda all’ala moderata del regime iraniano) non rinuncia a rispettare l’Accordo. Ma resta da vedere se avrà una vera Politica estera comune. e se saprà reggere a un braccio di ferro sulle sanzioni, che andrebbe ad aggravare altri contenzioni atlantici (come quello sul protezionismo).
La decisione Trump getta nello scompiglio (anche) le imprese europee: i governi europei cercheranno quindi canali (v. linee di credito in euro per bypassare il veto Usa a transazioni in dollari) per mantener in vita i rapporti di affari, sia pure tra difficoltà finanziarie e rischio di rappresaglie nel ricco mercato USA.
I francesi – con Total – avevano investito molto sull’estrazione di petrolio iraniano; e Peugeot e Renault producono in Iran in joint-venture con l’industria locale. Guai anche per i tedeschi per Siemens e per aver autorizzato 3 banche di Teheran ad aprire filiali in Germania. L’Italia – pur essendo il primo partner commerciale europeo del Paese – è forse il paese che rischia meno: si è limitato ad esportare prodotti che bilanciano le importazioni di petrolio ma (a parte quelli siderurgici della Danieli) non ha realizzato investimenti significativi; e le ripercussioni maggiori ci saranno per piccole e medie imprese. Per Romano Prodi, quella del ritiro americano potrebbe essere addirittura un’opportunità per le imprese UE.
Dalle reazioni internazionali emerge una forte preoccupazione.
L’Onu chiede agli altri firmatari dell’intesa – oltre all’Iran, l’Ue e la Russia – di continuare a rispettare l’intesa sul nucleare. Antonio Guterres si è dichiarato “profondamente preoccupato” per la decisione degli Stati Uniti di spezzare un accordo che ha costituito un “risultato importante sulla via della non proliferazione nucleare e della diplomazia ed ha contribuito alla pace ed alla sicurezza regionale ed internazionali”.
Intanto le reazioni alla decisione di Trump rivelano schieramenti, non certo sorprendenti.
I Paesi arabi sunniti – con in testa l’Arabia Saudita e l’Egitto – hanno approvato il discorso di Trump; come Israele, loro alleato (che si sente minacciata dalla presenza sul territorio siriano, cioè ai confini, di milizie iraniane, appartenenti a un regime nemico).
Sull’altro fronte, vi sono il regime di Damasco e gli hezbollad libanesi, e l’Iran principale espressione del mondo sciita.
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Maggio 3, 2018
La Commissione europea ha presentato le sue proposte per il bilancio dell’Ue per il periodo 2021-2027: c‘è anche da riempire il buco lasciato aperto da Brexit (15md di euro per anno). Propone di individuare risorse proprie dell’UE – anche se manca ancora una tassa per i colossi del web – con una tassa sulla plastica (80 centesimi al chilo), una sullo scambio dei certificati per le emissioni di C02 e con una revisione dell’IVA e delle tasse sulle imprese… per portare il bilancio Ue dall’1% del Pil continentale (1.000 miliardi) all’1,11%.. Non c’è nessun cenno a emissione di Titoli UE, per raccogliere – con un piccolo debito pubblico europeo – denari sul mercato, da destinare a investimenti. E la vaghezza sulle eurotasse è notevole.
La Commissione propone un aumento di fondi per ricerca, sviluppo sostenibile (LIFE), Pmi, Erasmus e le nuove priorità sull’immigrazione, sulla sicurezza e sulla difesa. E ancora – altra novità – propone un Fondo per aiutare le riforme nazionali (25 miliardi) e un Fondo (30 miliardi) per sostenere gli investimenti in caso di crisi; e 15,2 miliardi per promuovere 650 miliardi di investimenti grazie a privati e governi.
Ma….. purtroppo … propone anche un taglio (intorno al 7%) delle risorse per la coesione (principale politica per investimenti dell’UE) e per l’agricoltura. Al di là delle sue difficoltà di spesa, per l’Italia, i fondi destinati alle regioni meno favorite (come il Mezzogiorno) e all’agricoltura – ad oggi – sono le due fonti primarie di finanziamenti UE.
C’è poi il capitolo della condizionalità per i paesi dell’Est (Polonia e Ungheria in particolare) che prevede di legare i fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto: chi non lo farà perderà finanziamenti. La condizionalità legata al rispetto delle regole sui conti e riforme è invece rinviata a un altro documento. Roma e Berlino chiedevano – guardando a Visegrad – il taglio di risorse per chi non ospita i rifugiati. Buxelles ha invece inserito l’integrazione tra i criteri (insieme a Pil e disoccupazione) per stabilire le percentuali di fondi che andranno ai singoli paesi.
Adesso la parola passa agli Stati membri e al Parlamento europeo (PE) che – sulla base della proposta della Commissione – inizieranno i negoziati che porteranno alla formulazione finale del bilancio post – 2020. La Germania si è già dichiarata disponibile a pagare di più ma vuole “maggiore equità”. Francia (“gli aiuti diretti agli agricoltori sono essenziali”) e Italia lamentano il taglio per la politica agricola. Danimarca Svezia Olanda e Austria non vogliono versare più soldi all’UE. I paesi dell’Est sono già sulle barricate perché temono un taglio dei fondi strutturali. Da parte loro, Roma e Berlino vedono nel bilancio UE ( e la minaccia di tagliare i fondi UE) l’occasione per spingere gli antieuropeisti della Mitteleuropa nera – e i paesi del quartetto di Visegrad (Polonia Repubblica ceca Slovacchia e Ungheria) – ad accettare una maggiore solidarietà sui migranti; e che l’Europa conceda maggiori risorse (a Italia e Grecia) per affrontare l’emergenza migranti.
Il Gruppo S&D (Socialisti & Democratici) del PE ha già annunciato che si batterà , insieme alle regioni ed enti locali, per limitare i tagli e rilanciare una politica di coesione moderna, efficace e per tutte le regioni, e anche per un bilancio adeguato per l’agricoltura del futuro.
Inoltre resta da vedere se le proposte sul tavolo sono sufficienti – ed adeguate – anche per garantire un’attuazione effettiva del Pilastro europeo dei diritti sociali. Ed è evidente che per il paese Italia sarebbe cosa utile avere al più presto un governo autorevole ai tavoli del negoziato UE.
Non saranno inutili anche delle precisazioni sul riassetto dell’eurozona, incardinato sul Pacchetto di misure presentate dalla Commissione nel dicembre 2017 (di ben dubbia sintonia con gli interessi italiani). La Direttiva proposta affievolirebbe le sensate deroghe alla severa disciplina sui conti pubblici (v. il Fiscal Compact). E non prevede alcuna regola per scongiurare squilibri – dannosi – quale il prolungati surplus commerciali nel mercato unico, a vantaggio di alcuni Paesi.

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giugno 27, 2017

I leader dell’Unione europea – in un contesto geopolitico abbastanza complesso – in questo vertice hanno affrontato un gran numero di grosse questioni. E hanno anche assunto alcune decisioni di rilievo. Mi ci soffermo in questo mia inchiesta pubblicata da il Giornale dei comuni .
http://www.gdc.ancitel.it/inchiesta/le-decisioni-del-consiglio-europeo-22-23-giugno-2017/
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marzo 27, 2017

Alla fine, a Roma , il 25 marzo 2017 i Capi di Stato e di governo dei Paesi membri dell’Unione (orfani dei britannici) hanno firmato una Dichiarazione Congiunta.
Che valutazione darne? Su cosa si concentra? Queste – e altre – le questioni si cui mi soffermo in questo mio articolo in Giornale dei Comuni.
http://www.gdc.ancitel.it/60esimo-anniversario-dei-trattati-di-roma-i-27-hanno-firmato-una-dichiarazione-congiunta/


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marzo 14, 2017

Poiché (contrariamente a quanto sbandierato da euroscettici e anti-europa) sono convinta che la disgregazione (o ulteriore indebolimento) dell’Unione europea non risolverebbe nessuno dei problemi reali cui i cittadini europei – e del mondo – sono confrontati (anzi.. non farebbe che aggravarli ulteriormente!) mi è parso utile scrivere (per Europa in movimento) questo breve saggio per ricordare alcune specificità europee. Per semplificarne la lettura, l’ho articolato in 3 Parti: Europa a doppia velocità? – Sì a un’Europa anche sociale – L’Europa esiste, non riduciamola alla sola austerità.
Questo il link per chi volesse leggerlo.
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febbraio 28, 2017

Sicurezza e difesa,migrazione, Balcani, M.O., Egitto: queste le priorita’di cui si discutera’al Consiglio affari esteri del 3 marzo-nel complicato quadro geopolitico di oggi. Mi ci soffermo in questo articolo pubblicato in Giornale dei Comuni.
http://www.gdc.ancitel.it/ue-consiglio-affari-esteri-del-3-marzo-2017-sulle-politiche-di-sicurezza-e -difesa
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febbraio 16, 2017
Pubblicato su Appuntamenti europei a Roma - Eventi reallizzati da Silvana e Elena Paruolo dal 2006 al 2012, Europa, I G20, Il futuro dell'Europa, politica internazionale, politiche dell'Unione europea, Rio+20 -Sviluppo sostenibile e greee economy, sindacati, sindacati europei, UE, UE sicurezza e difesa, UE-G20 | Leave a Comment »