In una dimensione internazionale complessa – dominata da rigurgiti nazionalisti, intolleranza religiosa, razzismo, ecc. – questo dramma di /da Shakespeare è di drammatica attualità.
Cosa spinge le persone a cadere nelle mani di un tiranno? Perché non ci si sottrae collettivamente alla violenza e alla sopraffazione? Perché la sfrenatezza è affascinante?
“Il viaggio di Riccardo III, qui interpretato da Paolo Pierobon – sottolinea la regista ungherese Kriszta Székely – dev’essere per tutti noi un esempio di quanto l’ardore e la ricerca sfrenata del potere non conosca limiti umani, e che chi pecca di prepotenza alla fine sarà prigioniero del proprio inferno. Si tratta di una parabola. Un esempio. Uno specchio insanguinato, una preghiera oscura con la speranza di un mondo migliore».
RiccardoIII e’messo in scena in una chiave, moderna e innovativa (anche per le scenografie multimediali): sorprendente, e anche scioccante per gli amanti della tradizione. Ne deriva uno spettacolo capace di catturare l’attenzione per la sua dimensione brillante, e da thriller che crea suspence, in una ben nota storia ( di sete di potere, corruzione violenza e spregiudicatezza, false promesse e tradimenti) del passato, con maestria, per certi aspetti aggiornata ad oggi. Interessante quindi l’immersione della (nota e pur atemporale) dinamica del potere, nei giorni nostri. Non mancano riferimenti alla Russia, all’Iran, alla Cina, alle fake news, alla difesa dei diritti umani, a armi e pace, all’apparizione sulla scena di tanti nuovi Riccardi III, e ad altri aspetti della nostra era. Bravissimi tutti e – ovviamente – il grande PaoloPierobon e la regista.