Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.
I Mummenschanz – per festeggiare i loro 50 anni – hanno portato a Salerno uno spettacolo originale, difficile da classificare, ricco di poesia, bellezza, gioco. I fondatori del gruppo – Floriana Frassetto, Andres Bossard e Bernie Schürch – hanno conquistato il mondo intero con le loro storie esclusivamente visive, senza parole né musica nè sottotitoli
Nello spettacolo – ricerca di quel mondo bambino che è nel profondo di ognuno di noi – il pubblico è giocosamente preso per mano, e accompagnato in un viaggio fantastico. Grazie alla maestria e ironia di cinque attori, maschere d’argilla, volti realizzati con rotoli di carta igienica, fragili giganti d’aria, l’uomo tubo e altre forme grottesche diventano i personaggi di un mondo (senza confini) frutto di genialità e inventiva.
Mummenschanz – spiega Floriana Frassetto (cofondatrice, costumista e coreografa del gruppo) – rappresenta un “gioco di possibilità”, il tentativo di raccontare una storia attraverso la potenza creativa del linguaggio non verbale dei corpi e delle forme.
E sicuramente interessante è stata anche la possibilità di dialogare con il cast – presso il teatro – nel quadro degli abituali incontri “Giù la maschera” coordinati dal giornalista Peppe Iannicelli.
I Mummenschanz – vi ha precisato Floriana – è una parola tedesca, usata per descrivere giochi di strada, legati al carnevale. Tra gli ispiratori del gruppo, c’è stato Jacques Lecoq, il maestro che ha contribuito moltissimo a diffondere il mimo e l’uso delle maschere. Successivamente – differenziandosi da Lecoq – il gruppo ha inventato una maschera flessibile, che si trasforma, e che richiede un grande lavoro di preparazione ad ogni spettacolo.
Floriana definisce gli attori del gruppo giocolieri di maschere che coprono tutto il corpo.
E precisa: “Quando si è nelle grandi forme che si vedono sul palcoscenico, la corporeità è assoluta ed è in questo modo che si cerca di trasmettere emozioni, e di far sognare”.
Utilizzando il silenzio per comunicare, il loro spettacolo – caratterizzato quindi da un ritmo silente – vuole essere una critica all’eccesso di comunicazione nella società odierna.
I Mummenschanz fanno spettacoli in tutto il mondo. E – ha notato ancora Floriana – “i pubblici con i quali ci siamo confrontati sono tra loro molto diversi: molto partecipativi, e chiassosi, gli spettatori in Germania, Svizzera, America, molto silenziosi invece gli Italiani!”.
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