Si ringrazia Elena Paruolo per questo suo contributo.
Brillante commedia sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, “Perfetti sconosciuti” è un adattamento teatrale dell’omonimo film di Paolo Genovese che, come si ricorderà, ha avuto un gran successo.
Questa la sua trama.
Durante una cena, un gruppo di amici decide di condividere i propri cellulari. Tutti ascoltano e vedono i messaggi di tutti gli altri.
Ne deriva un vero effetto destabilizzante, visto che vengono alla luce profondi segreti.
Una serata interessante. Vivace per le molte domande dei partecipanti e le risposte esaurienti del cast della commedia, è stato anche – presso il foyer del Teatro – il consueto “GIU’LA MASCHERA” incontro con pubblico e stampa degli attori protagonisti dello spettacolo, condotto dal giornalista Peppe Iannicelli.
Uno dei punti dagli attori maggiormente evidenziati è la potenza e l’ingerenza dello smartphone, tematica base di Perfetti sconosciuti.
Ad esso affidiamo i nostri sentimenti più intimi, di cui un tempo eravamo gelosi e che oggi comunichiamo agli altri per il bisogno di condivisione. Ed è oramai quasi uno specchio che riflette l’immagine più recondita di noi stessi, con pulsioni, voglie represse, sogni proibiti del nostro ego più profondo.
Due coppie di coniugi e un comune amico (divorziato disoccupato e con una relazione agli altri ignota) si incontrano e – ai cellulari – affidano le loro tre vite: la pubblica, la privata e la segreta. Dalla lettura ad alta voce dei messaggi e dall’ascolto delle telefonate ricevute emerge che ognuno di loro è sconosciuto al proprio coniuge e al comune amico.
Da qui la critica che lo spettacolo vuole fare della società di oggi, in cui ognuno pecca di ambiguità e di esagerato egocentrismo.
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