Al Teatro Arcobaleno (il cui direttore artistico è Vincenzo Zingaro) – Centro Stabile del Classico riconosciuto dal Ministero della Cultura – è in scena Euripide: la sua tragedia “Ifigenia in Aulide”, nella versione italiana di Fabrizio Sinisi, con regia di Alessandro Machìa, con un interprete d’eccezione quale Andrea Tidona, e con Alessandra Fallucchi, Carolina Vecchia, Roberto Turchetta.
Rappresentata postuma nel 399 a.C. – in un periodo di profonda crisi della pòlis greca (di lì a poco ci sarebbe stata la disfatta di Atene contro Sparta e la fine di un modello democratico) – IFIGENIA IN AULIDE è l’ultima tragedia di Euripide. Gli dèi di fatto non vi sono più. Dominano il discorso del potere, “umani troppo umani” e inadeguati al mito, ambizione e doppiezza, il privato al di sotto del mascheramento della parola pubblica.
Agamennone è costretto dalla necessità verso cui lo spingono gli eventi a sacrificare Ifigenia. L’abbassamento di tutti i personaggi è funzionale all’innalzamento della giovane Ifigenia che decide di sacrificarsi.
E poco importa se la giovane si salva all’ultimo istante!
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