Con regia di Emma Dante e direzione del maestro Michele Mariotti, l’Opera di Roma inaugura la stagione 2022-2023 con i DIALOGUES DES CARMÉLITES, opera (in tre atti e dodici quadri) del compositore francese Francis Poulenc: capolavoro del teatro musicale del ‘900 che, affrontando un tema tuttora attuale, e cioè il rapporto tra fede e rivoluzione (basti pensare all’Iran), diventa anche un vero inno alla libertà e diritti, di ciascuno di noi.
In effetti, Dialogues des Carmélites si basa su una vicenda storica: l’esecuzione, il 17 luglio del 1794 a Parigi, in pieno regime del Terrore, di sedici suore carmelitane che rifiutarono di rinunciare ai loro voti, divenendo poi note come le martiri di Compiègne. Nel 1931 questa vicenda ispirò Gertrud von Le Fort per il suo romanzo L’ultima al patibolo, trasposto poi in cinema da Raymond Bruckberger, con dialoghi realizzati da Georges Bernanos, che ebbero un grande successo a teatro, tanto che nel 1953 l’editore Ricordi chiese a Francis Poulenc di ricavarne una nuova opera per il Teatro alla Scala. Poulenc dedicò la partitura: “alla memoria di mia madre, che mi ha dischiuso alla musica, di Claude Debussy, che mi ha donato il gusto di scriverla, di Claudio Monteverdi, Giuseppe Verdi e Modest Musorgskij, che mi sono serviti da modello”.
La prima rappresentazione alla Scala fu data nella versione italiana di Flavio Testi il 26 gennaio del 1957, mentre il 21 giugno dello stesso anno il titolo andò in scena in lingua francese all’Opéra di Parigi.
«L’opera di Poulenc è stata oggetto di letture contrastanti – sottolinea il maestro Mariotti – Circa l Dialogues, c’è chi li ha approvati come salutare alternativa alle asprezze delle avanguardie e chi criticati come partitura conservatrice. Lo stesso soggetto, a seconda dei punti di vista, è stato esaltato come condanna della Rivoluzione francese e dei suoi eccessi, o denigrato in quanto reazionario. Il passare del tempo ha dimostrato la sterilità di queste polemiche e ci permette oggi di superarle: sia il testo di Bernanos sia la musica di Poulenc sono ormai universalmente riconosciuti come vertici del teatro musicale del Novecento, che siamo particolarmente felici di presentare per questa inaugurazione di stagione».
“Chi erano le carmelitane prima del voto?” La regista Emma Dante è partita da questo interrogativo per la sua messa in scena: “ispirandomi ad alcuni ritratti di Jacques-Louis David che raffigurano donne nude dai capelli ricci, o altre succinte con il corpo appoggiato su morbidi cuscini, ho immaginato le origini delle carmelitane, attraverso la semplicità e la loro bellezza di donne”.
Lo spettacolo è un’opera corale, in cui ci sono forti individualità con proprio carattere. Le carmelitane parlano con se stesse, e con Dio. Lo spettacolo privilegia le emozioni piuttosto che l’azione. E tutto recitato, e musicale dall’inizio alla fine, insegna a vincere la morte quale tabù. La morte diventa, non un martirio, ma poesia. E il suo finale è uno dei finali più belli di tutta l’opera.
Tra i protagonisti sul palco: il soprano americano Corinne Winters (nel ruolo di Blanche), Anna Caterina Antonaccci (Madame de Croissy), Ekaterina Gubanova (Mère Marie de l’Incarnation) Ewa Vesin (Madame Lidoine) e Jean-François Lapointe (Marquis de la Force).
Anche nella nuova stagione 2022-23 proseguono al Costanzi gli appuntamenti che precedono le “prime”. Venerdì 25 novembre, alle ore 19.00, ci sarà l’Anteprima Giovani riservata ai minori di 26 anni. Sabato 26, alle ore 16.00, ci sarà la Lezione di Opera tenuta da Giovanni Bietti presso il Foyer di I piano del Teatro dell’Opera di Roma.
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