PORCO MONDO festeggia dieci anni. E torna ora in scena, con una nuova produzione (Biancofango, il Gruppo della Creta e Fattore K) e nello spazio scenico già immaginato dieci anni fa.
Un uomo. Una donna vestita da Marilyn. Una coppia. Una stanza. Un mese. Dicembre. Una notte. Quella di Natale.
Nulla li soddisfa. Nulla li sazia. Potrebbero chiamarsi in ogni modo. Nessun nome, dunque, e, apparentemente, una casa che potrebbe essere ovunque. Ovunque, in questo porco mondo di periferie. “Chiusi in questa stanza-gabbia-tomba… Lui la segue perché non riuscirebbe a fare nient’altro. La segue perché di questo porco mondo, di questa porca città, è il primo degli abitanti. È accecato da desideri e sensi di colpa che si mischiano a velocità inaudite, scopre, sulla sua pelle, che a volte amare significa divorare. …E, dunque, eccola, la baccante stremata, la bambola rotta, questa carne scempia alla ricerca di carne empia, trascinare quest’uomo giù, sempre più giù. E lui è lì e non è lì. È lì e vorrebbe essere altrove. È lì e pensa ad altro”.
Uno spettacolo inquietante che mostra bene quanto possa essere accecante la sensualità di vite disperate.
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