A Roma – ideata dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam, promossa da Roma Culture e organizzata dall’Azienda speciale Palaexpo – c’è la Mostra “World Press Photo 2022” delle 122 foto finaliste del prestigioso concorso internazionale di fotogiornalismo che dal 1955 premia ogni anno i migliori fotografi professionisti. La mostra è una mostra itinerante che sarà esibita in più di 50 paesi.
Sul piano operativo, gli organizzatori del Concorso hanno diviso il mondo in 6 regioni (Nord America e America del Sud, Europa. Africa, Oceania e Sud Est asiatico) focalizzando l’attenzione dell’edizione 2022, in particolare, su 3 grossi temi:
- i cambiamenti climatici, e la nostra distruzione del pianeta
- le lotte per la libertà, e per il rispetto dei diritti civili
- le comunità indigene, e le loro lotte
La Mostra segna, quindi, una particolare attenzione all’urgenza del Presente con i suoi pericoli e minacce – in tutto il mondo, e non solo in Europa o in Italia – promuovendo consapevolezza, e un rifiuto di informazioni manipolate. Per esempio, la foto del Manifesto fa riferimento alla ferocia del narcotraffico in Messico – e al maltrattamento dei suoi papaveri.
La vincitrice del concorso è Amber Bracken – fotografa canadese per il New York Times – la cui foto mostra una fila di abiti rossi appesi a croci di legna lungo una strada, in ricordo dei bambini indigeni morti presso la Kamloops Indian Residential School in Canada: bambini allontani dalle loro famiglie (con la forza) per essere rieducati, molti dei quali sono morti, per le violenze subite. Una triste pagina della storia del Canada! Riferendosi a questa foto, Rena Effendi Presidente della giuria, ha commentato: “Puoi quasi sentire la quiete di questa fotografia, un momento tranquillo di resa dei conti globale per la storia della colonizzazione, non solo in Canada ma in tutto il mondo”.
Un altro premio è stato aggiudicato a Matthew Abbott che racconta di come gli aborigeni australiani brucino la terra in modo strategico per consentire ai fuochi di muoversi lentamente, diminuendo la C02 e il riscaldamento climatico.
Premiato anche la brasiliana Lalo de Almeida che ha documentato le pessime condizioni della foresta pluviale amazzonica minacciata da deforestazione, estrazione mineraria, sviluppo infrastrutturale e scelte regressive di Bolsonaro.
Per la nuova categoria Photo Open Format – che include progetti multimediali (dal video al documentario interattivo e foto disegnate) – la vincitrice è stata Isadora Romero dell’Ecuador che si sofferma su scomparsa dei semi, migrazione forzata, e colonizzazione.
Una menzione d’onore è stata attribuita a Viviana Peretti, fotografa italiana freelance con base a Bogotà che ha indagato sul crimine di sparizione forzata in Colombia.
Complessivamente sono stati premiati 24 fotografi, di cui 19 raccontano delle vere e proprie storie.
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