“I Malavoglia”al teatro Quirino (Roma,11-13marzo 2022)

Giovanni Verga – con lo strepitoso Enrico Guarneri e una grande compagnia – torna in scena al teatro Quirino con “I Malavoglia”: il suo più famoso romanzo verista, e il primo del Ciclo dei vinti con cui descrive la vita di umili e sfruttati nell’Italia meridionale.

La trama dello scrittore si incentra sulla storia di una famiglia di pescatori: il nonno padrone ‘Tnoni, il figlio Bastianazzo, la nuora Maruzza e 4 nipoti.  Tutti fanno riferimento a padron ‘Tnoni, Dopo la perdita di una partita di semi di lupino (causata dal naufragio -in cui Bastianazzo perde la vita – della loro barca “Provvidenza) iniziano le disgrazie della famiglia, che cade in povertà. Per aiutare la sua famiglia, Mena rinuncia al suo amore per accasarsi con un ricco pretendente. Luca muore in una battaglia. Dopo un secondo naufragio – e la morte della madre – Tnoni va a Trieste in cerca di fortuna, ma torna ancora più povero. Frequenta contrabbandieri. Colto in flagranza, ferisce il brigadiere, Don Michele Ed è condannato. Quando – nel corso del processo -viene rivelata una sua relazione con don Michele, Lia si trasferisce e diventa una prostituta.

La riscrittura messa in scena al teatro Quirino ha scelto di porre al centro dell’azione drammaturgica la natura, e i passaggi narrativi delle tempeste e delle morti in mare (la tempesta dove si perde il carico dei Lupini e muore Bastianazzo, la morte di Luca su una nave in guerra, la tempesta dove Padron ‘Ntoni si ferisce ed è poi costretto a vendere la Provvidenza). Ed è in questo impianto narrativo che vengono inserite le vicissitudini di ‘Ntoni, nipote di Padron ‘Ntoni, con cui Verga racconta anche la violenza sociale di una società cittadina aliena al mondo marinaro de I Malavoglia.

Concentrandosi sugli eventi più significativi della vita dei Malavoglia, lo spettacoloevidenzia come Verga punti a violare ogni speranza di emancipazione dei suoi personaggi con il cinismo del suo cosiddetto “ideale dell’ostrica” (come l’ostrica che vive sicura finché resta avvinghiata allo scoglio dov’è nata, così l’uomo di Verga vive sicuro finché non comincia ad avere manie di miglioramento) che assume i toni di un’oscura fatalità.

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