Il grande Pirandello torna in scena, a Roma, al teatro Quirino, con il suo famoso Uno Nessuno Centomila – dallo scrittore considerato il suo romanzo “più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita” – summa della sua riflessione sull’Essere e sull’Apparire, sulla Società e l’Individuo, sulla Natura e la Forma. Fra le pieghe di un apparente “feuilleton” – rileva giustamente il regista Antonello Capodici – Pirandello scopre una vasta rete di disturbi e nevrosi, epitome di un più ampio malessere, che contagia le società moderne come, tutt’oggi, le intendiamo”.
Nello spettacolo – precisa ancora il regista – “la scena è abbacinante Di un bianco perfetto, luminoso, totale. Una scatola bianca. Ma ad una visione più attenta capiremo che le pareti non sono così “innocenti” come sembrano… Siamo in molti luoghi, cioè in nessuno. La mente del Protagonista, certo. Ma anche una cella, una stanza d’ospedale o di manicomio. È un luogo “non-luogo”, che però si riempie subito di visioni”. A Pattavina – spensierato narratore in “flash-back” – furente doppio di sé stesso, viene affiancata una sola attrice, Marianella Bargilli, che interpreta sia la moglie Dida che la “quasi amante” Maria Rosa.
Rimane, infine, la libertà del racconto che con “narrazione /interpretazione/ esposizione, le atmosfere oniriche, le evocazioni, e lo smobilitamento finale del trauma” – sottolinea lo stesso Capodici – rimanda alle moderne tecniche MDR ” di psicoterapia.
Gran bello spettacolo!
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