Il Presidente Macron ha richiamato C. Masset, l’Ambasciatore francese in Italia : l’ultimo richiamo di un Ambasciatore francese risale al 1940. Le tensioni italo-francesi sono state esasperate dall’incontro di Di Maio con i gilet gialli, dalla Francia, visto come un invito all’insurrezione.
Il governo italiano si rende conto delle implicazioni di questo strappo diplomatico?
Lo storico legame italo-francese – e i benefici che ne derivano – sarà subordinato a una campagna elettorale, per le prossime elezioni europee, giocata a colpi di insulti e sgarbi?
La sfida non è tra Paesi europei ma tra l’Europa e il resto del mondo, per la salvaguardia della pace e del rispetto dei diritti umani.
Che si tratti della questione migranti dai francesi riportati in Italia ( di fatto l’Italia non rispetta i trattati – ci sarebbe da agire per cambiarli); che si tratti della questione del franco Cfa (moneta di alcuni paesi africani) per cui Di Maio accusa la Francia di (neocolonialismo) e di impoverire l’Africa; che si tratti del duello sulla TAV e l’alta velocità Torino Lione (nel 2017 l’Italia ha esportato – prevalentemente via tir – merci per 35 miliardi verso la Francia importandone per 35 miliardi); che si tratti dell’affondo di Conte della richiesta che un Seggio del Consiglio di sicurezza dell’Onu vada all’UE Francia e Germania; della questione di ex terroristi riparati in Francia; dei dossier Fincantieri-Stx, Alitalia, Tim, ecc. certamente la soluzione non la si trova in insulti volgari…
L’unica cosa positiva in questo triste scenario è che il dibattito sta assumendo una dimensione transnazionale…
Ma deve ripartire il dialogo tra Francia e Italia alla ricerca di soluzioni – razionali -dei problemi.. e non alla ricerca di solo consenso alle prossime europee…
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