Su una scena nera illuminata da un algido disco lunare, “Salomé” – testo del drammaturgo irlandese Oscar Wilde (molto noto ma poco rappresentato) in cui coesistono dramma, ironia, grottesco e mistero.. – è in scena, a Roma, al teatro Eliseo, dall’11 al 23 dicembre 2018, con regia di Luca De Fusco, ed Eros Pagni, Gaia Aprea, Anita Bartolucci quali protagonisti.
La vicenda è quella del profeta Iokanaan che Erode Antipa tiene rinchiuso in una cisterna, inquietato dalle sue profezie e dalle sue condanne. Durante un banchetto offerto da Erode e la moglie Erodiade, la bellissima principessa Salomé decide per capriccio di baciare il profeta, che invece la rifiuta con sdegno. In cambio di una danza seducente, la donna ottiene da Erode la testa di Iokanaan su un vassoio d’argento, per poter finalmente baciare le sue labbra.
«Salomé non può e non vuole uscire da una dimensione narcisistica dell’amore e quindi si specchia nel profeta» – spiega De Fusco – «Questa intuizione porterà a un finale sorprendente che preferisco non rivelare … E’ un’opera originalissima che sembra evocare una tragedia greca, ma che contiene anche il mistero e la semplicità della favola, l’autorevolezza e il sortilegio della scrittura religiosa (nello stile di certe battute sembra riecheggiare il “Cantico dei Cantici”), ed accenti corrosivi d’ironia”.
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