Grazie alla cooperazione di Romaeuropa Festival, il Teatro dell’Opera di Roma e il Museo Nazionale Romano, “Le avventure di Pinocchio” di Lucia Ronchetti (compositrice tra le più apprezzate oggi in Italia ed Europa) e I Solisti dell’Ensemble Intercontemporain (storica orchestra permanente da camera fondata da Pierre Boulez nel 1976) – dopo il successo della versione francese (presentata nel 2016 all’Opera di Rouen, alla Nouvelle Philharmonie di Parigi, alla Biennale di Lione e al festival di Strasburgo) – sbarcano a Roma, con una Prima in Italia e in lingua italiana, in scena nell’Aula Ottagona del Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano (ex Planetario) dal 22 e 25 novembre 2018.
“Pinocchio – precisa Lucia Ronchetti – mi è stato commissionato dall’ Ensemble Intercontemporain che, per la prima volta, hanno deciso di rivolgersi a un pubblico diverso (famiglie e bambini). Già 5 anni fa (attraverso il libro di Giorgio Manganelli ) ho lavorato su questo bel testo di Collodi che mette insieme dialetto forientino, ricco e scoppiettante, e la lingua del giornalismo dell’epoca. Tutti i suoi personaggi son ben definiti: questo mi aiutato ad attribuire a ciascuno musicista il proprio personaggio” e, a ciascun personaggio, uno strumento musicale.
Così – cercando nella storia della musica – Ronchetti ha riscritto il suo Pinocchio come una forma (leggera ed essenziale) di Opera da camera. Ha composto questa sua “Operetta”- come lei la definisce – e cioè una splendida commedia musicale strumentale che non è un pastiche, ma in cui ci sono echi di musiche-musicisti che il romanzo di Collodi, i suoi episodi e le emozioni che questi suscitano, hanno in lei rievocato.
“E’ un teatro acustico, legato non solo alla tradizione italiana del teatro di strada ma anche al “teatro dell’ascolto” ideato da Luigi Nono – sottolinea Ronchetti – I luoghi di Pinocchio, il Teatro dei burattini, il Circo e il Paese dei balocchi, si materializzano attraverso frammenti nello stile di Nino Rota e Julius Fuck, con andamenti estremi e divertenti. Le corse continue di Pinocchio per sfuggire ai diversi inseguitori sono sostenute da texture ritmiche mutuate dal Petruska di Stravinskij; il contrabbassista che interpreta la balena che rincorre e inghiotte Pinocchio, realizza una visione selvaggi e virtuosa di One Of These Days dei Pink Floyd. Il percussionista Gilles Durot ha un ruolo speciale, di collegamento tra Pinocchio i musicisti e i bambini del pubblico: è un contastorie, un trovatore dei nostri giorni, personaggio circense che tiene i fili del destino di Pinocchio, crea ostacoli al suo percorso mentre gli offre strade di salvezza”.
Le avventure di Pinocchio di Lucia Ronchetti e I Solisti dell’Ensemble intercontemporain sono una commedia che è intenzionalmente anche un’opera di teatro musicale povero, teatro di strada (che non ha bisogno di un palcoscenico) dove idealmente con c’è confine tra gli interpreti e il pubblico dei bambini.
I musicisti, gli strumenti musicali e il set percussivo sono l’unico materiale scenico visivo utilizzato per evocare i continui spostamenti, le corse incessanti, i voli e le lunghe nuotate di Pinocchio. E’ solo nel corpo della cantante Juliette Allen – che interpreta Pinocchio – che si genera la metamorfosi del burattino, da essere vegetale a essere umano. E la sua voce è la sola voce linguisticamente captabile dai bambini, che apprendono tutto, direttamente da Pinocchio. Gli altri personaggi vengono percepiti come entità informi, ambigue e perverse che continuamente disturbano, deridono e distruggono il burattino e al sua aspirazione a diventare un essere umano.
“I musicisti – precisa quindi Ronchetti – interagiscono con la voce che interpreta Pinocchio, creando delle scene sonore molto differenziate e legate anche all’esperienza reale di ascolto dei bambini, in modo da aiutare il più possibile l’identificazione anche dei personaggi e dei luoghi dipinti da Collodi in assenza da apparati scenici o visivi”. Così il percorso di trasformazione di Pinocchio – da burattino a bambino – diventa un viaggio musicale.
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