“Sei personaggi in cerca di autore” al Teatro Quirino

«Questa – sottolinea Michele Placido – è la mia terza regia teatrale su un testo del Girgentano, dopo Così è se vi pare e i due atti unici La carriola e L’uomo dal fiore in bocca. È la mia passione per tutto quello che è pirandelliano che mi ha portato ad accettare la sfida della regia di questa nuova produzione del Teatro Stabile di Catania: di cui è anche carismatico protagonista, insieme all’intensa Guia Jelo. La scenografia (quasi in bianco e nero) – in cui spicca altresì la performance della palermitana Dajana Roncione e degli altri attori tutti siciliani – è essenziale. L’allestimento si avvale delle musiche di Luca D’Alberto e dei costumi di Riccardo Cappello. Gaetano La Mela cura le luci.

I personaggi della commedia” – Michele Placido (il padre) e Guia Jelo (la madre), affiancati da Dajana Roncione (la figliastra), Luca Iacono (il figlio), Luana Toscano (Madama Pace), e ancora la piccola Clarissa Bauso (la bambina) e Flavio Palmeri (il giovinetto) – abbandonati (negando loro la vita teatrale) dal loro autore, si materializzano in scena. E si rivolgono a quelli in copione indicati come “gli attori della Compagnia”: qui affidati all’interpretazione di Silvio Laviano (il regista), Egle Doria (la prima attrice), Luigi Tabita (il primo attore), Ludovica Calabrese (l’attrice giovane), Federico Fiorenza (l’attore giovane), Marina La Placa (la seconda donna), Giorgia Boscarino (l’assistente del regista), Antonio Ferro (il direttore di scena).

Anche in Sei personaggi è presente una forma di violenza molto ambigua, attuata dal Padre nei confronti dell’umile moglie che pure ha amato e gli ha dato un figlio, ma con la quale ha poco da condividere sul piano intellettuale.

Deciderà perciò di farla innamorare del suo contabile; un piano “diabolico” ma a suo dire “a fin di bene”, almeno per la donna che sarà più felice nel nuovo rapporto da cui avrà tre figli”. Poi il contabile muore. La Madre torna in città con i Figli. Il lutto getta la famiglia in gravi ristrettezze. La situazione precipita quando il Padre e la Figliastra hanno un incontro intimo e molto traumatico in una casa di piacere.

Si spiega – osserva Placido – perché una siffatta famiglia è stata abbandonata dall’autore, atterrito all’idea di alimentare una vicenda tanto scandalosa”. Allo stesso tempo, Placido riscontra “un senso di ribellione da parte dei “personaggi”, che andranno appunto alla ricerca di un’origine e, nel nostro caso, di una Compagnia incline a privilegiare testi che parlano della società di oggi, delle sue drammaticità: il femminicidio, le morti bianche o anche l’impossibilità di un legame sentimentale, dovuta all’alienazione dell’uomo contemporaneo». Coerentemente con il metateatro di Pirandello, la richiesta dei “Sei” di dare vita al loro dramma coincide qui, più che mai, con la funzione che è propria del palcoscenico, ossia accogliere la rappresentazione.

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