I miserabili (Les Misérables) è un romanzo storico di v1ictor Hugo, pubblicato nel 1862 e considerato uno dei più eccelsi romanzi del XIX secolo europeo. Il libro è ambientato in un arco temporale che va dal 1815 al 1832, dalla Francia della Restaurazione post-napoleonica alla rivolta anti-monarchica del giugno 1832, narrando le vicende di numerosi personaggi: in particolare la vita dell’ex galeotto Jean Valiean e le sue lotte per la redenzione. I suoi personaggi appartengono agli strati più bassi della società francese dell’Ottocento, i cosiddetti “miserabili” (persone cadute in miseria, ex forzati, prostitute, monelli di strada, studenti in povertà…) la cui condizione non era mutata né con la Rivoluzione né con Napoleone, o Luigi XVIII. È una storia di cadute e di risalite, di peccati e di redenzione. Il grande eroe è il popolo, rappresentato da Jean Valjean, fondamentalmente buono e ingiustamente condannato per un reato insignificante.
Hugo riassunse così l’opera: «Il destino e in particolare la vita, il tempo e in particolare il secolo, l’uomo e in particolare il popolo, Dio e in particolare il mondo, ecco quello che ho cercato di mettere in quel libro». E, in effetti, con la storia del generoso galeotto Jean Valjean, di Fantine e di sua figlia Cosette, dell’oscuro Javert, dei Thénardier, di Marius, Gavroche, Eponine, e di tutti gli altri, questo capolavoro di Higo parla a ogni epoca come se ne fosse l’espressione diretta, perché tocca grandi temi universali quali la dignità, il dolore, la misericordia, la giustizia, il male, la redenzione.
Dal 23 ottobre, i “Miserabili” sono in scena al teatro Quirino, nell’adattamento di Luca Doninelli, con regia di Franco Però e Franco Branciaroli nel ruolo di Jean Valjean, e con un eccellente cast d’interpreti (Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Romina Colbasso, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo). E’ un nuovo, imponente, progetto di produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, del CTB- Centro Teatrale Bresciano e del Teatro de gli Incamminati.
In un percorso “avventuroso” – sottolinea Franco Branciaroli – rappresentando I Miserabili rappresento anche me stesso e la mia arte (il teatro): “come la società, anche il Teatro è stratificato, e conosce doppi e tripli fondi, secondo un gioco necessario che per qualcuno è incanto, o magia, e per qualcun altro è Fato”.
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