Questo nuovo spettacolo di Paolo Rossi – il più imprevedibile degli attori comici italiani, qui presente come autore regista e interprete – è una nuova esplorazione dell’artista intorno al pianeta Molière. Lo sfondo è ancora Versailles, le parole e gli intrecci “molièriani” anche se intrecciati al presente, la storia è sempre quella del conflitto tra il potere e i “fuorilegge”, tra il teatro e la vita.
Nel racconto di un sogno attraverso cui la compagnia arriva finalmente a destinazione – ancora insieme alla storica e straordinaria compagna di sempre (Lucia Vasini) – Paolo Rossi dirige una compagnia di attori e musicisti: la musica dello spettacolo è una contaminazione tra canzoni e danze popolari italiane e rebetiko ( un genere musicale greco nato tra il XIX e il XX secolo da persone emarginate, che volevano raccontare i loro disagi con la musica).
“Molière – sottolinea Rossi – aveva la fortuna di recitare a Versailles, ma solo lì, che significa che fra i suoi spettatori c’erano anche i bersagli della sua satira. Io cercavo un manifesto di lavoro sul conflitto tra teatro e potere. Molière me lo ha dato: mette in scena se stesso, il personaggio e la maschera. L’improvvisazione è una disciplina militare. Lui voleva fare l’attore drammatico e invece gli veniva meglio fare il comico, e con tutto il dovutissimo rispetto, l’associazione c’è”.
Ci si imbatte in sogno, speranza, parole, musica.. e risate.
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