Oggi più che mai l’Unione europea – parte del mondo in cui i Sistemi di protezione sociale sono più avanzati (nonostante i feroci attacchi di questi ultimi anni) – deve far fronte a sfide sociali senza precedenti: strascichi della grande crisi 2008-2009, disoccupazione giovanile e di lunga durata, rischio di povertà in molte parti d’Europa, nuove opportunità e sfide insite in globalizzazione, rivoluzione digitale, mutamento dell’organizzazione del lavoro, sviluppi sociali e demografici, cambiamenti climatici, micro-conflitti e pluri-crisi ecc. ecc.. E da tempo quindi che ( per porre fine al rischio di uno smantellamento graduale delle conquiste sociali europee degli ultimi secoli; per facilitare, in Europa e nel resto del mondo, un vero processo di convergenza verso l’alto, e quindi, un vero progresso anche sociale, e anche per non diventare preda di estremismi e / o di miopi nazional-populismi) l”UE dovrebbe far sì che sviluppi economici e sociali procedano di pari passo.
Oggi più che mai, c’è da riflettere, sia su come costruire un’ Europa anche sociale, sia sul “che fare?” affinché, in Europa e nel resto del mondo, valori, etica, e rispetto dei Diritti umani e fondamentali ritornino in scena da protagonisti.
Su questo (e altro) mi soffermo in questo mio articolo pubblicato in Europa in movimento.
http://www.europainmovimento.eu/europa/serve-piu-europa-anche-sociale.html
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