“Il viaggio a Reims” – da Rossini scritto per l’incoronazione di Carlo X – dal 14 giugno sarà in scena all’Opera di Roma, con regia di Damiano Michieletto, noto per l’impronta innovativa dei suoi allestimenti e per l’audacia delle sue messe in scena.
LA REGIA -Per “Il viaggio a Reims”, Damiano Michieletto – ispirato da un’impostazione che consente di svilupopare il rapporto tra arte e vita – ha diviso i personaggi in due gruppi:
quelli a noi contemporanei (la direttrice del museo, Madama Cortese, la sua assistente, Maddalena, il critico Don Profondo, un custode e un restauratore)
e personaggi storici persi nel museo (che, inizialmente, non si capisce cosa stanno facendo) tratti dal dipinto di Gèrard dell’Incoronazione di Carlo X .
Questo in linea con il libretto in cui si trova un gruppo di personaggi – bloccati in una locanda – che devono andare a Reims per l’incoronazione del nuovo re, Carlo X; e nel rispetto dello spirito rossiniano, brioso, leggero, ironico!.
L’albergo termale «Il Giglio d’Oro» diventa il Museo Golden Lillium all’interno del quale si svolge la vicenda. Personaggi storici filtrano con personaggi reali. Altri arrivano a sentire l’opera d’arte come reale. In alcuni momenti – divertenti – i personaggi storici incontrano i contemporanei, e si spaventano!
LA TRAMA – Gli ospiti di Madama Cortese si apprestano a compiere un viaggio a Reims, per l’incoronazione di Carlo X. Ma – alla fine di altre peripezie – non sarà possibile intraprendere il viaggio perché in tutta Plombières non esistono più cavalli da noleggiare o da comprare. Risolleva lo spirito della compagnia Madama Cortese, che porge ai suoi ospiti una lettera giuntale da Parigi da parte del suo consorte, nella quale si dà notizia dei grandi festeggiamenti che si stanno preparando nella capitale in onore del re, e che lo accoglieranno al suo ritorno: occasione per consolarsi del mancato viaggio a Reims. Con parte del denaro messo insieme per il viaggio a Reims si organizzerà la sera stessa un convito aperto a tutti per festeggiare ugualmente l’incoronazione del re, e il resto si offrirà in beneficenza. Tutto si è dunque risolto, e il Barone tenta di ricomporre anche lo screzio tra il Conte di Libenskof e la Marchesa polacca, nato a causa di Don Alvaro. Il mastro di casa Antonio apprende da Maddalena, la governante, che il Barone ha ingaggiato per allietare il convito una compagnia di musicisti e danzatori ambulanti, di passaggio per quella zona, che appaiono di lì a poco dando inizio, con canti e balli, alla festa. Dopo la celebrazione in musica di Corinna, tra le acclamazioni generali al re e alla Francia, la rappresentazione si chiude con l’apoteosi della famiglia reale.
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