Il berretto a sonagli Sala Umberto (22 novembre – 4 dicembre 2016)

“Il Berretto a sonagli” –   in scena alla sala Umberto – è  uno splendido spettacolo, con belle musiche e -soprattutto – una interpretazione brillante, ed eccellente.  Il titolo si riferisce al berretto portato dal buffone, il copricapo della vergogna ostentato davanti a tutti. La comemdia si basa  su un adattamento di  Francesco Bellomo, Moreno Burattini e Pino Caruso. L’ambientazione – collocata nell’immediato dopoguerra – recupera certe situazioni tipiche del mondo agrigentino  di quel tempo.

Il recupero del copione originale consente di evidenziare la spontaneità della vis comica pirandelliana.  In effetti, la commedia – che riprende le tematiche delle due novelle  La verità (1912) e Certi obblighi(1912) – è stata scritta  nell’agosto 1916 in lingua siciliana per l’attore Angelo Musco, che  (in contrasto con lo scrittore) avendo il ruolo di capocomico  porto’ in scena una versione accorciata di parecchio, che non  s’incentrava più su quello che è il personaggio principale della commedia in siciliano, Beatrice, ma su Ciampa.  Successivamente Pirandello ne ha scritto anche una versione in lingua italiana.

Questa la trama.  Beatrice  –  fuori di sé a causa del tradimento del marito che (approfittando della sua altissima posizione sociale)  la tradisce con la moglie del suo segretario (Ciampa) – decide di  denu nciare gli adulteri, per farla pagare al marito.  Ciampa  – suo malgrado –  si ritrova dinanzi a uno scandalo oramai esploso.  Che fare?  Quale delle tre corde d’orologio- che ciascuno di noi ha in testa – uilizzare?  La seria, la civile o  la pazza?  Bisognerà far credere a tutti che Beatrice è pazza (di gelosia) e che il tradimento del Cavaliere sia stato una sua montatura.  L’idea di Ciampa piace a tutti, tranne  a Beatrice. messa sotto pressione da sua madre e dal fratello.  Così Beatrice impara a sue spese, mostrare in faccia a tutti la nuda verità si rivela  assai problematico:

Le belle musiche  di Mario D’Alessandro ci riportano a quelle sonorità forti e terragne che hanno caratterizzato la produzione cinematografica dei film di ispirazione siciliana degli anni ’50.

E’ proprio un bello spettacolo.

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