Dal G20 messicano al dopo-Consiglio europeo del 29 giugno 20012

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Sul n. 4 del 2012 di Quaderni di Rassegna sindacale (Ed.Ediesse) sta per uscire un mio saggio su “Dal G20 messicano di Los Cabos al dopo Consiglio europeo del 20 giugno 2012”.

Normalmente chi segue i G20 non segue il processo d’integrazione europea.Ed è vero anche l’inverso! In questo saggio – riprendendo il mio approccio pionieristico adottato nel mio secondo libro (2020: la nuova Unione europea L’Ue tra allargamento e vicinato, crisi, verticite, vecchie e nuove strategie) – tento di darne una lettura incrociata, mettendo in evidenza i punti di vista, nei G20, espressi dagli Europei.

In effetti, da una parte la teoria della “casa in ordine” ha rinazionalizzato la cooperazione internazionale: non a caso egoismi incrociati rendono gli stessi G20 sempre più inefficaci. D’altra parte, servirebbe un’Unione europea più completa: una sua capacità di parlare con una voce sola potrebbe, forse, anche contribuire a rendere i G20 più capaci di buone decisioni. L’Ue (anche se si comincia a parlare di una sua pre-colonizzazione da parte della Cina, e sue ex colonie!) ha un grosso ruolo da svolgere nella governance economica mondiale.

Lo stesso Presidente Monti – a Los Cabos – ha sottolineato: “Altro che congedarsi! L’Europa può aiutare il mondo a essere migliore”.

Tuttavia, resta da vedere se la lotta a disoccupazione e precariato, i diritti dell’uomo, i diritti dei lavoratori dei cittadini e dell’ambiente, il lavoro dignitoso, la capacità di investimenti per fare (piuttosto che un’economia di carta), un reale potere di acquisto (e di consumo), ecc. avranno – in Europa e nel mondo – la meglio sulle spinte allo smantellamnto delle conquiste sociali europee. A Los Cabos sul lettino è finito solo l’euro!

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